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Se Obama vuol fare il verde deve alzare (molto) le tasse

Lo zelo con cui Barack Obama si propone di combattere il global warming dovrà fare i conti con la logica prosaica del commercio. L’ex parlamentare democratico della Florida James Bacchus – esplicito sostenitore delle teorie sul global warming – ha spiegato in modo chiaro il meccanismo sulle pagine della rivista Forbes

Lo zelo con cui Barack Obama si propone di combattere il global warming dovrà fare i conti con la logica prosaica del commercio. L’ex parlamentare democratico della Florida James Bacchus – esplicito sostenitore delle teorie sul global warming – ha spiegato in modo chiaro il meccanismo sulle pagine della rivista Forbes. Il presidente degli Stati Uniti dice di volere ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica, per arrivare al 2050 con l’80 per cento delle emissioni in meno rispetto ad oggi. Problema: sulle emissioni i governi non possono agire liberamente, ma sono costretti a rispettare i parametri produttivi imposti dal World Trade Organization, pena gravissime sanzioni commerciali che potrebbero mettere al tappeto la già inginocchiata economia americana.

Ora, Obama si pone chiaramente come il paladino della lotta ai cambiamenti climatici ma per mettere in pratica la sua lotta senza incorrere nelle sanzioni deve rispettare i parametri concordati fra i 150 membri del Wto. Obama e il Congresso – o anche i singoli stati – potrebbero comunque decidere di praticare politiche verdi infischiandosene di dettami del Wto – ad esempio introducendo una carbon tax – ma la cosa potrebbe avere conseguenze nefaste: i combustibili tassati deprimerebbero il mercato interno, convincendo gli acquirenti a comprarne oltreoceano e i produttori a delocalizzare gli stabilimenti. Inoltre, non tutti i membri del Wto vedrebbero di buon occhio un Obama più ambientalista del re ed è quasi certo che si opporrebbero; soprattutto nel mezzo della crisi, dove le preoccupazioni ambientali arretrano di fronte alla esigenze di tenere in piedi un’economia momentaneamente svenuta.

Per essere tanto verde quanto si proclama, Obama dovrebbe voltare le spalle al Wto e, gravando sulle tasche dei cittadini, mostrare al mondo che non esiste sanzione comparabile alla causa eterna della salvezza del pianeta. In alternativa, il governo americano dovrebbe lavorare per cambiare i paradigmi internazionali sull’ambiente, farsi promotore di una nuova Kyoto e di nuovi parametri Wto. La scelta di Obama, qualunque sia, la dirà lunga su quanto il presidente crede sinceramente nella lotta al riscaldamento e quanto invece sfrutta la cortina fumogena delle argomentazioni algorizzanti per acquistare consensi a buon mercato.   

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