Puntuale, ecco l'iceberg più grande del mondo

Piero Vietti

Ci siamo. Come tutti gli anni in questo periodo arriva la notizia di un iceberg (ovviamente gigantesco almeno quanto una nazione) dell'Antartide che si stacca dal Polo Sud e comincia a galleggiare negli oceani. Naturalmente la colpa è del global warming, ça va sans dire, e non del fatto che proprio questo è il periodo in cui finisce l'estate antartica.

    Ci siamo. Come tutti gli anni in questo periodo arriva la notizia di un iceberg (ovviamente gigantesco almeno quanto una nazione) dell'Antartide che si stacca dal Polo Sud e comincia a galleggiare negli oceani. Naturalmente la colpa è del global warming, ça va sans dire, e non del fatto che proprio questo è il periodo in cui finisce l'estate antartica, momento in cui più o meno da sempre parte di quel continente si sgretola e cade in mare per tornare ad aumentare nel periodo invernale.
    La notizia di questi giorni è che l'iceberg di Wilkins non c'è più. Con queste parole Repubblica ne racconta la malinconica fine:

    Si era formato silenziosamente nel corso di diecimila anni. In pochi giorni, sorprendendo tutti gli scienziati, l'iceberg di Wilkins, a nord dell'Antartide, si è spaccato in mille pezzi e i suoi frammenti sono caduti in mare con una serie di schianti fragorosi.

    C'è innanzitutto una annotazione curiosa da fare. Esattamente un anno fa veniva data la stessa notizia, con l'aggiunta della gara a chi la sparava più grossa: all'inizio infatti le dimensioni dell'iceberg alla deriva erano quelle di Manhattan, poi "sette volte Manhattan", fino a "quanto la Valle d'Aosta". Peccato che il blocco di ghiaccio non raggiungesse i 100 kmq. Dimenticando gli errori di calcolo di solo un anno fa, i giornali, per quello di questi giorni, parlano di una superficie "pari a quella della Giamaica".

    Al di là delle incongruenze riscontrabili negli articoli che gridano all'allarme (stando a quanto scritto un anno fa il Wilkins Ice Shelf si sarebbe già disintegrato, secondo quanto scritto oggi invece la cosa è appena successa), nessuno sottolinea che siamo a fine estate (antartica, come già detto) e che il distacco degli iceberg è cosa normale (contro cosa si schiantò il Titanic un secolo fa, quando cioè il global warming ancora non esisteva?), ma soprattutto si glissa (è il caso di dirlo) sul fatto che al Polo Sud i ghiacci stanno aumentando da qualche anno e le temperature diminuendo.

    Anche in questo caso la letteratura si spreca: fino a qualche mese fa c'era chi sosteneva che l'abbassamento delle temperature in Antartide fosse causato proprio dal global warming e che quindi la cosa fosse normale; poi è arrivato il solito team di scienziati che – elaborando i pochi dati noti – ha detto che no, forse le temperature stanno aumentando. Ovviamente, tutto normale anche qui.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.