Battuti da Christy
Bella intervista a uno scienziato al di sopra di ogni sospetto.
In questa intervista al sito della rivista Fortune, il famoso climatologo John Christy dice che la lotta ai cambiamenti climatici produce "solo costi e nessun beneficio". Christy non fa parte del (sempre più folto) gruppo di "negazionisti" che quando parla di global warming viene sbeffeggiato dai catastrofisti guidati da Al Gore, ma è stato uno dei principali autori del rapporto sui cambiamenti climatici dell'Ipcc nel 2001 e uno dei tre autori del "fondamentale" rapporto sul climate change dell'American Geophysical Union del 2003. Un curriculum che lo mette a prova di accuse di negazionismo interessato o di poca conoscenza della materia. Christy ha poi sempre rifiutato qualunque aiuto economico da industriali dell'auto o del petrolio. Anzi, accusato del contrario, ha dimostrato in tribunale di essere finanziato solo dal National Oceanic & Atmospheric Administration (la pluricitata NOAA). Gli unici soldi presi "da fuori" sono stati 2000 dollari arrivati dal CEI per il suo contributo a un volume sul global warming: Christy li ha dati in beneficienza.
Date queste premesse, lo scienziato definito "l'incubo delle lobby ambientaliste" spiega nell'intervista che i dati delle temperature terrestri su cui è stata costruita la teoria del global warming sono stati distorti dall'urbanizzazione. Una stazione meteorologica costruita in un villaggio a inizio Novecento, dice, "inevitabilmente registrerà temperature più alte se nel corso del tempo quel piccolo villaggio è diventato una città", data la capacità degli edifici di attirare e trattenere il calore. (Leggi qui un approfondimento)
C'è poi il mantra dei ghiacci che si sciolgono, per cui Christy parla di "isteria dei media": "Il ghiaccio si scioglie. Se non si sciogliesse avremmo un pianeta coperto dai ghiacci. I fatti dicono che nell'emisfero sud i ghiacci crescono anche se in quello nord si stiano più o meno sgretolando. Oggi la porzione globale di mare coperto dal ghiaccio è di 400.000 kmq in più rispetto alla media del lungo periodo".
In conclusione, Christy nota che se anche le teorie catastrofiste fossero vere, stando ai dati forniti proprio da chi le porta avanti, un taglio delle emissioni dell'80 per cento entro il 2050 farebbe comunque diminuire le temperature di sette centesimi di grado. "Non lo noteremmo nemmeno".
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