Clima elettorale

Piero Vietti

Le sere di quasi estate hanno la misteriosa capacità (sarà anche qui colpa del global warming) di fare tutti contenti: ieri notte nel salotto di Bruno Vespa, infatti, avevano incredibilmente vinto tutti.

    Le sere di quasi estate hanno la misteriosa capacità (sarà anche qui colpa del global warming) di fare tutti contenti: ieri notte nel salotto di Bruno Vespa, infatti, avevano incredibilmente vinto tutti: aveva vinto La Russa che sommava percentuali vecchie nuove in un tourbillon di numeri al termine del quale dimostrava che il Pdl e il governo erano stati confermati dal popolo italiano. Aveva vinto Cesa, che decretava la fine del bipolarismo e festeggiava la vittoria dell'Udc grazie alla sobria campagna elettorale; aveva vinto Leoluca Orlando, che ammiccando alla Melandri una poltrona più in là, spiegava che Di Pietro sta all'opposizione come Aldo Moro stava alla Dc: "Era in minoranza ma dettava la linea" (e faceva scappare un quasi lapsus freudiano a Vespa: "Mi permetta, Orlando, ma quelli erano altri… tempi", quando era evidente che il sottotesto diceva "altri… politici"); festeggiava la Melandri (e con lei Fassino e Marini), che (sempre più simile a certi tifosi di calcio che mentre lo loro squadra latita in serie B godono perché la rivale storica perde la finale di Champions League) noncurante del "meno 7 per cento" gioiva perché il Pdl non era andato come pensava. Quasi festeggiavano i radicali, con Cappato che – attacco routinario a Vespa a parte – sottolineava che "fino a una settimana fa solo il tre per cento degli italiani sapeva che i radicali si candidavano in Europa"; così pure sorrideva Ferrero, che come Cesa salutava la morte del bipolarismo leggendo i risultati del suo partito. Tutti felici, tutti vittoriosi (con la sempre più noiosa premessa: "sono dati parziali, aspettiamo i dati reali"). Chissà come, però, stamattina sono (quasi) tutti scontenti…

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.