Che c'azzecca la Cina col Wwf? Parecchio

Piero Vietti

Tutta colpa nostra.

    Tutta colpa nostra. Questo il succo della decisione che la super inquinante Cina (misteriosamente d'accordo con il Wwf) vuole far approvare alla conferenza sul cambiamenti climatici di Copenhagen a fine anno. Maggior produttrice di CO2 al mondo (e quindi secondo la vulgata corrente la principale responsabile del clima che cambia), la Cina vorrebbe far firmare un documento per "gravare di onerosissime misure anti riscaldamento globale i paesi industrializzati. Il 21 maggio Pechino ha infatti proposto, che questi a Copenhagen riconoscano 'la loro responsabilità storica di aver introdotto nell'atmosfera sostanze inquinanti senza freni', si impegnino a modificare 'radicalmente il loro stile di vita divenuto ormai insostenibile' e garantiscano 'obiettivi quantificati per ridurre drasticamente le emissioni'. In sostanza si vuole che riducano le emissioni di gas serra almeno del 40 per cento rispetto ai livelli raggiunti nel 1990 e devolvano dallo 0,5 all'1 per cento del loro Prodotto interno lordo alle altre nazioni per dotarle di nuove tecnologie e aiutarle a ridurre a loro volta le emissioni inquinanti e a far fronte al surriscaldamento del pianeta".

    Queste cose le abbiamo lette su Svipop (e consigliamo la lettura dell'intero articolo, tanto è breve).

    A tratti surreale, la cosa diventerebbe inquietante se le nazioni che siederanno a Copenhagen accettassero queste assurde richieste. Inquietante tanto quanto l'appoggio dei paladini dell'ambiente del Wwf all'iniziativa.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.