Che ce frega dei cambiamenti climatici

Piero Vietti

Non lo dico io, ma gli europei.

    Leggiamo con stupore questo articolo che spiega come gli europei siano sempre meno preoccupati dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. Nel giro di un anno, secondo il sondaggio commissionato dalla Commissione e dal Parlamento europeo, gli europei che ritengono la lotta ai cambiamenti climatici un'importante sfida del nostro tempo sono passati dal 63 al 50 per cento. Un anno fa, il cambiamento climatico era un problema considerato "gravissimo" da 3 europei su 4 (75 per cento), mente oggi non sono più del 67 per cento a considerarlo tale, con una diminuzione dell'8 per cento.

    E' stato chiesto agli europei quali politiche il Parlamento Europeo dovrebbe portare avanti con la massima priorità. La lotta contro il cambiamento climatico si attesta al quarto posto con il 30 per cento, mentre un anno fa era al terzo posto con il 31 per cento. La crisi economica preoccupa più del caldo, secondo questa ricerca.

    L'impressione è quindi che il tentativo di farci venire il senso di colpa perché piove di più o di meno non stia effettivamente funzionando. Sembra anzi che gli europei abbiano mangiato la foglia e capito cosa c'è di veramente utile dietro a tutto ciò (oltre alla diminuzione dell'inquinamento, cosa assolutamente auspicabile): la consapevolezza del profitto economico che si può trarre dalla lotta contro il cambiamento climatico è infatti in aumento: è registrata dal 62 per cento degli intervistati di oggi contro il 56 per cento di un anno fa. Insomma, è bello essere verdi se c'è da guadagnarci.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.