Prodi e la verità sul destino del pianeta
Quando si dice parlare Franco.
In una bella e chiara intervista al Tempo, che consigliamo di leggere, Franco Prodi, fratello di Romano e ricercatore del Cnr, studioso della fisica dell'atmosfera, meteorologia e climatologia, spiega che le parole di Obama sul futuro "catastrofico" che ci aspetta sono pura "fantascienza", così come l'allarmismo ingiustificato (e l'ignoranza) che circonda il discorso sui cambiamenti climatici. Qui riportiamo alcune "chicche" dell'intervista, che sottoscriviamo in toto.
(Sull'obamiano "rischio catastrofe") "C'è una parziale contraddizione. Noi non siamo in grado di fare scenari precisi, previsioni concrete. Non sono d'accordo con Obama, perché dà una certezza di catastrofismo che non è in accordo con le condizioni della conoscenza. Su questo tema oggi di dominio internazionale anche a livello politico, la mia opinione è che c'è stata una macroscopica falsa partenza e il discorso è passato dalle mani dei ricercatori agli esperti di scenari".
"Il clima cambia per definizione. È come avere una lampada, che è il Sole, e una sfera, che è la Terra: la distanza che c'è tra i due elementi può cambiare e anche l'intensità della lampada può cambiare, è normale. In passato ci sono stati grandi cambiamenti climatici, grandi cicli astronomici e astrofisici. E in questo l'uomo non c'entra nulla".
"Da due secoli a questa parte l'uomo è in grado di competere con la natura. Può generare particelle e gas, modificando la natura. Se contiamo tutte queste le particelle prodotte dall'uomo, arriviamo al 20 per cento del totale. Non poco. Ma due secoli, rispetto ai grandi cicli di cui parlavamo prima, sono solo un battito di ciglia. Il problema è: siamo noi in grado di avere modelli che comprendono tutte le variabili in modo coerente, per cui si possa isolare il comportamento dell'uomo dagli altri agenti che contribuiscono al cambiamento climatico? La risposta è no".
"La situazione dei modelli attuali è ancora nell'infanzia, i processi di separazione del contributo antropico da tutti gli altri non è ancora quantificato".
(Su Copenaghen) "Troveranno un accordo per una riduzione che cercherà di far contenti tutti, ma sarà insufficiente. Ci sarà chi sottoscriverà, chi no, chi si svincolerà come al solito: finirà con un ulteriore rinvio e un'attenuazione dei buoni propositi".
"Per arrivare a un modello di clima affidabile si parla di 40-50 anni, se prendiamo la strada giusta. Anche lo stesso monitoraggio satellitare è da perfezionare. Guardare la Terra dallo Spazio ci dà una comprensione del clima sempre più importante, ma ci vorranno altri vent'anni con missioni spaziali specifiche per avere nuove risposte".
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