Dopo le balle sull'Himalaya tocca alle Maldive
Così si cancellano le prove del fatto che il livello dell'oceano non sta assolutamente aumentando.
Dopo la storia dei ghiacci himalayani che non si sciolgono, oggi ci spostiamo al mare. Sulle Maldive che gridano all'affondamento avevamo già scritto prima che il consiglio dei ministri si riunisse nella riunione-farsa sott'acqua per gridare al mondo che se non si fermano i cambiamenti climatici (dando alle Maldive tanti soldi, of course), il paradiso vacanziero degli occidentali sarebbe presto finito sott'acqua. Ma è poi vero che l'oceano si sta mangiando le Maldive? Leggiamo su Svipo una storia molto interessante (ripresa oggi anche dal Giornale): il protagonista è Nils-Axel Morner, professore svedese con un curriculum scientifico di grande rilievo che ha avuto a che fare con le Maldive perché vi ha condotto un decennio fa un'indagine scientifica per verificarvi il comportamento del livello marino. Morner per anni ha tenuto come punto di riferimento per i suoi calcoli un albero cresciuto a pochi passi dal mare, e presente sull'isola dagli anni Cinquanta. Secondo le previsioni e i dati che i catastrofisti sciorinano da tempo, quell'albero sarebbe dovuto essere già, se non sommerso, almeno lambito dal mare. Invece niente: nel 2003 era ancora là, alla stessa distanza dall'acqua, a provocare imbarazzo agli allarmisti di mezzo mondo. Che succede allora? Semplice: nel 2003 arrivano alle Maldive alcuni attivisti australiani della lotta al cambiamento climatico e abbattono l'albero, evidentemente colpevole di essere la prova vivente del mancato innalzamento del livello del mare. Così si può tornare a gridare indisturbati alla fine del mondo.
Il Foglio sportivo - in corpore sano