Quale sarà il prossimo "global warming"?
Concorso a premi del Wall Street Journal.
Nella sua tradizionale pagina sul Wall Street Journal, l'editorialista Bret Stephens oggi scrive che il global warming è morto. Dopo anni di paure ambientali, oggi opinione pubblica e media hanno mangiato la foglia: la crisi climatica non è così catastrofica come volevano farci credere. La sua tesi è semplice, neppure troppo nuova: il mondo ha bisogno continuamente di avere paura di qualcosa. In questo modo, aspetto fondamentale, molti fanno soldi. Quando il problema che quei molti hanno promesso di risolvere non c'è più, in pochi si rendono conto che forse non c'era nessun problema. Adesso che il riscaldamento globale è nudo come il re della favola e dei cambiamenti climatici frega sempre di meno alla gente, Stephens chiede ai lettori del Wsj "quale sarà il prossimo global warming", la prossima paura globale che ci propineranno. Chi indovina vince una birra e un hamburger offerti da Stephens in un locale della 47ma strada a New York. Io mi sento di offrire un bucatino all'amatriciana a Trastevere a chi indovina.
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