Il global warming non fa più paura a nessuno

Piero Vietti

Sempre più "scettici" sul grande colpevole, l'uomo.

    Il riscaldamento globale non spaventa più nessuno, ora occorre trovare un nuovo babau per controllare le masse (cosa si inventeranno? La scommessa lanciata qualche tempo fa è ancora valida). Lo scrive oggi il Corriere della Sera, di fatto scopiazzando questo articolo di ieri dell'International Herald Tribune. Come segnalato da tempo su Cambi di Stagione (basta scorrere i vecchi post), la percezione che la gente ha dei problemi legati al clima è completamente diversa da quella urlata sui giornali (i giornalisti dovrebbero farsi qualche domanda in proposito): sempre meno persone credono che la colpa del (più o meno) caldo sia dell'uomo, e comunque metteno il problema in fondo alla lista delle priorità. Anche i politici si stanno regolando di conseguenza (basti pensare alla campagna elettorale poco verde di David Cameron in Inghilterra) e forse a breve assisteremo a un assottigliamento dello spazio che l'allarmismo da global warming trova sui giornali, più che dei ghiacci artici. Certo, la tutela dell'ambiente deve continuare a essere un argomento di dibattito (ma non in maniera ideologica, però), e l'adattamento al clima che comunque sta cambiando (di chiunque sia la colpa) un obiettivo dei governi. Ma senza l'ansia da armageddon, senza sprecho di denaro pubblico e senza imbrogli (penso a Michael Mann e al suo hockey stick). Sembra ci siano segnali confortanti in proposito. Stiamo a vedere.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.