Perché Bersani ha paura di Torino

Piero Vietti

Davide Gariglio, il democratico che domenica potrebbe dare un grosso dispiacere al Pd.

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    Dopo le non felici esperienze delle primarie di Cagliari, Napoli e Milano, il Pd ci riprova a Torino. Domenica si vota per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. Uomo forte del partito di Bersani è Piero Fassino, torinese un po' romanizzato e tornato in città per prendere l'eredità di Chiamparino. L'ex segretario dei Ds sembrava una scelta sicura, perfetta per dimostrare che almeno a Torino (ultima grande città del nord in mano alla sinistra) il Pd è vivo e lotta assieme a noi e i vecchi dirigenti non sono da rottamare. Non avevano fatto i conti con Davide Gariglio, giovane esponente del Pd piemontese, già presidente del consiglio regionele con Mercedes Bresso, e intenzionato a correre lui per la poltrona di sindaco, forte di un progetto di rottura con la classe dirigente e un certo tipo di establishment che a Torino (e nel Pd nazionale) la fa da padrone. I sondaggi danno Fassino vincente (quasi) sicuro, ma le primarie sono una brutta bestia, Bersani lo sa bene: una vittoria di Gariglio potrebbe essere il colpo di grazia a un Pd nazionale sempre più ammaccato.

    Qui il mio articolo su Davide Gariglio, il Renzi torinese che non ama i moralisti e preoccupa Bersani

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.