Che fine farà l'Università italiana?

Piero Vietti

A proposito dei dati usciti oggi.

 

Segui Piero Vietti su Twitter

    Oggi sui giornali ci spiegano che l'Università italiana è in crisi, le iscrizioni sono in calo. I problemi? Far studiare i figli costa e il lavoro è sempre più difficile da trovare, quindi lo si cerca subito dopo il diploma e non dopo 3 o 5 anni.

    Sorvolando sul fatto che c'era addirittura chi non voleva alcuna riforma (questi dati sono il frutto dell'Università prima di Gelmini, non colpa del ministro dell'Istruzione), ci sono eccezioni interessanti: crescono gli iscritti negli atenei privati e trova lavoro chi studia in facoltà a numero chiuso. Aggiungendo delle borse di studio serie e una valutazione ben fatta degli atenei, non è forse questo un inizio di strada da seguire? Anche perché la qualità c'è, se è vero che chi va all'estero trova lavoro facilmente (e viene pagato di più).

    Segui Piero Vietti su Twitter

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.