Non bussate a quella porta

Piero Vietti

Sempre più connessi e sempre più soli?

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    Ci sono i film "che devi assolutamente vedere al cinema", quelli che "puoi anche aspettare che escano in dvd" e quelli che "scarichi e guardi sul computer". Ora Warner Bros e Apple stanno per lanciare i film "da guardare sul telefonino", meglio se condivisi in una community come Facebook. Ora, se la sola idea che un film pensato per il grande schermo venga letteralmente violentato e visto su un display di pochi centimetri fa inorridire qualcuno, è vero anche che ci sono un sacco di opportunità interessanti per i cinefili di tutto il mondo (non ultima quella di risparmiare un bel po' di soldi), come spiega questo articolo di Repubblica di oggi.

    L'idea di vedere un film sul proprio computer o smartphone insieme ad altre migliaia di persone stando però ognuno a casa sua (o in autobus, o in macchina, o dove volete, ma fondamentalmente da soli), mi ha fatto tornare in mente un libro uscito qualche mese fa in America, "Alone Together", di Sherry Turkle (qui recensito su Bloomberg Buisnessweek). Nel libro l'autrice sostiene che strumenti tecnologici e social network ci connettono con sempre più persone lasciandoci però sempre più da soli. Forse l'idea non vincerà il premio originalità 2011, ma un aneddoto raccontato nel libro ha un che di esemplificativo: Turkle scrive di una ragazza che, invece di bussare alla porta della camera di una persona che doveva incontrare per un colloquio, le manda un sms. Bussare alla porta, sostiene la ragazza, sarebbe stato "intrusivo".

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.