Tutti i dubbi sulla guerra in Libia

Piero Vietti

Su giornali e siti italiani di oggi.

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    Poco entusiasmo e qualche dubbio sull'impiego delle nostre forze militari e sull'intervento in generale in Libia. Giornali e siti italiani riflettono le ambiguità di una decisione presa forse troppo tardi e forse nel modo sbagliato. Sorvolando sull'imbarazzante silenzio dei pacifisti nostrani (avete visto qualche bandiera della pace ai balconi? Io no) e notando come di colpo alla sinistra questa guerra piace, segnalo alcuni editoriali che, sebbene da posizioni diverse, contengono tutti dubbi ben motivati sull'intervento militare.

    Oltre a Giuliano Ferrara sul Giornale di ieri, oggi c'è Vittorio Feltri che su Libero parla di "Guerra da matti"; Angelo Panebianco sul Corriere scrive che l'Italia è quella che rischia più di tutti in questa operazione e denuncia "l'irresolutezza strategica imbarazzante" di Obama; diversa l'analisi di Lucia Annuziata sulla Stampa, la quale sostiene che questa "è una guerra tutta americana", il tentativo degli Stati Uniti di sottrarre a una stanca Europa il controllo del Mediterraneo per entrare in Africa, là dove i cinesi da qualche tempo stanno prendendo tutto; da leggere il commento di Massimo Introvigne, che sul quotidiano cattolico on line La Bussola esprime più di una perplessità sulla guerra: non che non si debba combattere, ma che si finisca al più presto. Una posizione non dissimile da quella "ufficiale" della chiesa cattolica. E se sul Giornale di oggi Magdi Allam dice di fare attenzione agli estremisti, sulle stesse pagine Marcello Veneziani scrive che "l'attacco militare è un errore di cui pagheremo le conseguenze".

    Infine non potete non leggere questa analisi del New York Times, dal titolo inequivocabile: "Target in Libya Is Clear; Intent Is Not".

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.