In attesa dei risultati ufficiali

Piero Vietti

I candidati su Internet? Troppo pochi.

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    In attesa dei risultati ufficiali, ecco un'analisi interessante fatta dal portale lademocrazia.it su come e quanto i candidati alle amministrative si sono mossi su Internet (blog e social network su tutto). Ci sono risultati interessanti:

    Utilizzo di siti web o blog. Ad avere un proprio sito o blog personale, è il 52,9% dei candidati: il 41,7% delle donne (36 in tutto) e il 55,1% degli uomini.
    Il 23% circa dei candidati fa invece riferimento al sito della lista (sono stati considerati solo i siti delle liste locali, e non anche quelli nazionali): non solo il Movimento 5 Stelle, ma anche il 35,5% dei candidati delle Isole.
    A differenziarsi sono evidentemente le strategie di presenza online, e può risultare quindi più semplice confrontare i dati di quanti non  sono presenti in rete con un sito o un blog: si tratta del 24% circa dei candidati, che diventano però il 33% fra le donne, il 30,6% al Centro, 27,6% Sud (le isole si collocano nella media, soprattutto grazie ai siti di lista).
    Nel determinare l'investimento complessivo per la campagna elettorale sembrano avere un peso fondamentale le dimensioni del comune: così, nei comuni con più di 100mila abitanti, solo il 20% dei candidati non ha un sito, il 52% ha un sito personale, il 28% utilizza un sito di lista.

    Facebook. I candidati sono presenti su Facebook  secondo varie modalità: con una pagina pubblica (il 42,6%), o con un profilo personale (il 37,7%). In linea di massima - con rare eccezioni - chi ha una pagina pubblica non ha anche un profilo personale (da candidato).
    Assicurano dunque una presenza su Facebook oltre l'80% dei candidati: non gli stessi però che hanno anche un sito web. Il 10% di chi ha un sito web personale, infatti, non è presente su Facebook, così come il 25,5% di quanti fanno riferimento ad un sito di lista (giova però ricordare a tal proposito che non sono state conteggiate le pagine o i profili delle liste).
    Al contrario, il 65% di chi non ha alcun sito web - il 15,7% del totale dei candidati - ha scelto Facebook come principale o unico strumento per la campagna elettorale online. Tale quota sale al 20% nei comuni con meno di 100mila abitanti.

    Twitter. L'utilizzo di Twitter (20% circa del totale dei candidati, 25,7% nei comuni con più di 100mila abitanti) risulta invece strettamente connesso al sito web (personale o di lista): nessuno dei candidati senza sito web ha infatti un account di Twitter, e solo il 6% di chi utilizza il sito di lista "personalizza" il suo rapporto con gli elettori ricorrendo a questo social network.

    Insomma, i candidati alle elezioni sembrano ancora preferire il vecchio metodo: incontrare la gente, andare nei mercati, parlare con le persone per strada… Internet è un corollario, spesso una parentesi o un aspetto secondario. Pochi, se non pochissimi, hanno integrato i due aspetti senza trascurarne uno dei due. Questo è indubbiamente un buon segno per la politica in generale, certo un ridimensionamento del ruolo del Web (a tanta presenza sulla rete non corrispondono per forza tanti voti nelle urne, si pensi a Beppe Grillo) ma anche un invito a chi fa politica: c'è ancora spazio in rete, con idee intelligenti si possono creare network utili e veloci per far circolare le idee. La politica on line ha ancora parecchia strada da fare.

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.