Hanno vinto i più forti (purtroppo)

Piero Vietti

 C'è poco da fare, se non inchinarsi di fronte ai più forti.

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    C'è poco da fare, se non inchinarsi di fronte ai più forti. Ha vinto il Barcellona, forse la migliore squadra al mondo, ha perso lo United, l'unica che aveva le carte in regola per fermare i fenomeni di Guardiola. Non ce l'hanno fatta, non è bastato un gran gol di Rooney, servito alla grande dall'unico lampo di Giggs, che è apparso distratto, di colpo vecchio, sicuramente spaesato fino a che non è stato spostato a sinistra (ma era troppo tardi). La faccia di Ferguson a fine partita diceva tutto. A settant'anni da compiere, il manager scozzese aveva scritto sul volto che non lascerà il calcio fino a che non la vincerà di nuovo, questa dannata coppa, meglio se contro il Barcellona. Due sconfitte così in tre anni piegherebbero chiunque. Ma Sir Alex saprà come ricominciare. Il Manchester non è riuscito a compiere il capolavoro, rivincere la coppa dei campioni a Wembley, come fece nel 1968 per la prima volta. I suoi tifosi sapranno perdonare. Quando Giggs vinse la prima Champions League, nel 1999 contro il Bayern Monaco, pianse. Quando sconfisse il Chelsea ai rigori nel 2008, portando a casa la seconda coppa, no. Era cresciuto, disse allora. Ieri sera è andato ad applaudire i suoi tifosi a fine partita assieme a Rooney. Piangevano entrambi.

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.