Il centrodestra tra referendum e futuro incerto
Ipotesi e consigli (inutili).
Adesso sentiremo di tutto: da una parte ci diranno che si sapeva che sarebbe finita in questo modo, che il referendum non avrà nessun effetto sul governo e che si va avanti tranquilli così fino al 2013, per poi magari ricandidare Berlusconi come niente fosse (e nel frattempo assisteremo a una serie di rese dei conti degne di un film western); dall'altra ci diranno che questo voto è un segnale forte e chiaro da parte del popolo italiano che vuole mandare a casa – subito – Berlusconi e il suo governo. Diffido di entrambe le posizioni.
Innanzitutto. A parte gli errori tattici della maggioranza che non è riuscita a esprimere una posizione chiara e univoca, se c'è un vincitore dopo i referendum è Di Pietro, che ha raccolto le firme quando anche dal Pd lo spernacchiavano e che ora si trova un po' stretto sul carro di chi si fa bello dell'affermazione dei "Sì" (leggi: Bersani); e può persino permettersi di fare il signore e non chiedere le dimissioni del governo (passerà presto a incassare il dovuto, non temete).
E' stato un referendum contro Berlusconi, questo è evidente. Chi ha guidato il fronte pro "Sì" e pro partecipazione lo ha fatto intelligentemente: invitando chi non si era interessato a esprimersi sui quattro quesiti a farlo "per mandare a casa Berlusconi", e contemporaneamente usando il voto di chi era interessato ai quesiti per aggiungerlo nel mucchio di coloro che "hanno votato per mandare un segnale al governo".
Detto questo, è chiaro che il risultato di oggi è – appunto – un segnale forte per Berlusconi, il Pdl e il governo (come ha anche spiegato Cerazade). La situazione è grave, la maggioranza boccheggia, e se Berlusconi non cambia qualcosa è destinato a essere sconfitto pesantemente. Berlusconi ma non solo lui, come su questo giornale si cerca di spiegare da un po'.
Se l'idea delle primarie sembra purtroppo essere tramontata, cosa aspettano comunque i potenziali leader (non per forza successori; non subito, per lo meno) a farsi avanti, spiegare quali sono le loro idee, e dare all'elettore di centrodestra l'impressione che votare Pdl e Lega non vuole dire soltanto votare pro o contro Berlusconi in quanto tale. Ho l'impressione che gli elettori di centrodestra non aspettino altro: si stanno stufando del Cav., ma non sono ancora pronti a buttarsi tra le braccia di Vendola, Bersani e Di Pietro (e nemmeno in quelle di Fini e Casini, pare). Date loro un'alternativa, sempre a centrodestra, e saranno felici di votarla: un paio di nomi, 4-5 idee, un nuovo programma, un gruppo di facce spendibili pubblicamente, e vedrete che il centrodestra è destinato a vincere nuovamente. Questa sinistra è ancora troppo ambigua e pasticciata per convincere la maggioranza degli italiani.
Da dove iniziare? Credo che abbia ragione il direttore del Tempo, Mario Sechi, che una settimana fa al Capranica ha ricordato al Pdl che i suoi elettori sono vivi, hanno delle idee e le esprimono sul Web. Sechi ha parlato di "tam tam della foresta" da ascoltare, e lo ha fatto a ragione. Come potete leggere in questo forum organizzato dal Foglio.it, in rete c'è gente di centrodestra intelligente. Se è vero che parte della risurrezione della sinistra è stata anche merito di Internet, perché il centrodestra non può provare a ricominciare anche da lì? Ascoltateli, ne vale la pena.
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