L'impresa dell'anno

Piero Vietti

    Un attimo di calcio (poi ragioneremo di altro). Dopo 55 anni il Novara torna a giocare in serie A. L'anno scorso era in Lega Pro. Non è un caso, non è la parabola fortunata di una brigata di gente grintosa capitata ai playoff per caso. Certo, il caso e la fotuna nel calcio hanno la loro parte, e il fatto che squadre più titolate quest'anno abbiano fallito (leggasi Torino, Livorno, Reggina) ha aiutato l'undici di Tesser.

    Ma la storia del Novara neopromosso insegna soprattutto una cosa, semplice semplice: là dove non hai i soldi di Moratti, il settore giovanile dell'Atalanta o la storia – chessò – del Genoa, un progetto lungimirante ti fa vincere. A Novara il patron De Salvo ha messo in piedi una cittadella dello sport avveniristica, funzionale e a misura di giocatore (là dove a Torino, per esempio, la squadra granata si allena ancora in un campo affittato), ha puntato sulla gente giusta lasciando spazio di manovra a chi di calcio ne capisce, amalgamando gente esperta di categoria, giovani vogliosi e qualche prestito. E aveva poco scaramanticamente firmato la fideiussione per il premio promozione della squadra in serie A già a dicembre 2010. Se non è programmazione questa…

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.