L'impresa dell'anno
55 anni dopo.
Un attimo di calcio (poi ragioneremo di altro). Dopo 55 anni il Novara torna a giocare in serie A. L'anno scorso era in Lega Pro. Non è un caso, non è la parabola fortunata di una brigata di gente grintosa capitata ai playoff per caso. Certo, il caso e la fotuna nel calcio hanno la loro parte, e il fatto che squadre più titolate quest'anno abbiano fallito (leggasi Torino, Livorno, Reggina) ha aiutato l'undici di Tesser.
Ma la storia del Novara neopromosso insegna soprattutto una cosa, semplice semplice: là dove non hai i soldi di Moratti, il settore giovanile dell'Atalanta o la storia – chessò – del Genoa, un progetto lungimirante ti fa vincere. A Novara il patron De Salvo ha messo in piedi una cittadella dello sport avveniristica, funzionale e a misura di giocatore (là dove a Torino, per esempio, la squadra granata si allena ancora in un campo affittato), ha puntato sulla gente giusta lasciando spazio di manovra a chi di calcio ne capisce, amalgamando gente esperta di categoria, giovani vogliosi e qualche prestito. E aveva poco scaramanticamente firmato la fideiussione per il premio promozione della squadra in serie A già a dicembre 2010. Se non è programmazione questa…
Il Foglio sportivo - in corpore sano