Grillo chiarisce sui No Tav, ma il problema resta

Piero Vietti

Dittatura, moralismo e disinformazione.

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    Dopo avere dichiarato che quelli che protestavano ieri in Val di Susa sono "tutti eroi", Beppe Grillo ha chiarito: "Non parlavo dei black block", ha detto. Meglio tardi che mai, anche se continuo a pensare che la visibilità data a qualunque parola detta dall'ex comico continua a essere esagerata. Nichi Vendola, come scrive Dario Di Vico su Twitter, inaugura il suo personale "ma anche" veltroniano dicendo che le proteste sono cosa buona e giusta ma la violenza è da condannare, là dove non è semplicissimo separare le due cose (e comunque non riesce ad andare oltre, come fa notare Cerazade). Il problema resta, comunque: Grillo ieri ha parlato di "prove di dittatura" in Valsusa, là dove – come spiega Brambilla oggi sulla Stampa – la dittatura sarebbe fare un buco in una montagna per far passare un treno e nel frattempo dare da lavorare a molte famiglie. Non c'è nessuna dittatura, men che meno da parte del governo Berlusconi, dato che il progetto della Tav fu approvato, negli anni, da altri governi. La disinformazione sul tema è clamorosa, e scade a seconda dei casi nel moralismo ambientalista o nella violenza antagonista fine a se stessa. Come scrive Marco Imarisio sul Corriere, di pacifico in questo movimento sembra essere rimasto poco.

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.