Dittatura rimandata, i blog sono liberi. Ma va?

Piero Vietti

Nessuno li ammazza.

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    Come era logico, ovvio, pensabile e ragionevole (non per una parte del popolo-della-rete-e-delle-radio-e-dei-giornali che urlava alla censura fascista – sai che novità – in questi giorni) la "norma ammazza blog" (che era meglio non mettere proprio fin dall'inizio, ennessima fesseria della maggioranza) è stata cancellata prima ancora di essere votata. All'unanimità. Che sorpresa, eh?

    E' stato approvato all'unanimità con il parere favorevole del governo il testo di Roberto Cassinelli (Pdl) che distingue le testate giornalistiche online dai siti amatoriali. L'obbligo di rettifica entro 48 ore rimane quindi solo per i siti di informazione registrati ai sensi della legge sulla stampa. Niente obbligo per i blog. Il testo Cassinelli è identico anche a una dell'Udc a firma Rao e uno del Pd a firma Zaccaria.

    Sì, Pdl, Udc e Pd insieme. Dittatura rimandata, dunque.

    P.S. State sicuri che domani ci diranno che il merito è stato delle proteste con post it sulla bocca fatte da qualche decina di persone la scorsa settimana a Roma. E, naturalmente, del popolo della rete, del popolo di Twitter e del popolo di Facebook.

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.