"Moriremo di caldo"

Piero Vietti

Hanno perso le speranze?

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    Alla Stampa hanno già perso le speranze: solo due giorni fa titolavano che c'era ancora una possibilità per salvare il pianeta dalla cottura. Oggi invece propongono ben due pagine niente male: in una, pagina 19, Luca Mercalli spiega che non ci sono più le mezze stagioni, nell'altra, la 18, non si dà più nessuna possibilità al pianeta: "Moriremo di caldo", è l'incipit sicuro e sobrio dell'articolo di Raffaello Masci, che dice chiaramente come non ci sia più nulla da fare per uscire dal tunnel dell'arrosto.

    Prima di suicidarvi, però, leggete cosa si dicevano un po' di scienziati catastrofisti qualche tempo fa sulle temperature da abbassare: la storia dei 2 gradi in più o in meno non ha nessun fondamento scientifico neppure per loro.

    Insomma, il problema è il solito: il clima cambia, questo è evidente, ma il punto è quanto cambia per colpa nostra e soprattutto se siamo certi che l'andazzo sarà sempre peggio oppure la ruota girerà. Se fosse vero, come molti sostengono, che i cambiamenti climatici hanno variazioni multidecadali (ogni tot decenni cambiano di nuovo) non sarebbe forse meglio adattarsi ai cambiamenti in atto invece che impuntarsi su "abbassare il termostato" del pianeta con protocolli come quello di Kyoto a cui non credono nemmeno i suoi più accesi sostenitori?

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    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.