Calcioscommesse, dubbi su arresti e perquisizioni

Piero Vietti

Che il calcio in generale, e quello italiano in particolare, sia malato non è un segreto.

    Che il calcio in generale, e quello italiano in particolare, sia malato non è un segreto. Che molte cose nella storia del calcioscommesse facciano rabbrividire chiunque abbia un po' di passione per questo sport è verissimo. Ma a me l'operazione di questa mattina, 19 arresti con nomi eccellenti e il blitz delle forze dell'ordine a Coverciano – il ritiro della Nazionale che si prepara a giocare gli Europei – con tanto di perquisizioni, puzza tanto di show. Perché, se se ne parla da mesi, e da mesi si sapeva chi erano i giocatori coinvolti, fare quello che è stato fatto solo all'alba di oggi? E perché aspettare che Criscito fosse a Coverciano per perquisirlo? Tra l'altro proprio il giorno in cui Prandelli deve diramare le convocazioni definitive per Euro2012? Non sarà che – e il difetto è tipico della magistratura italiana – dietro a queste operazioni c'è anche molta voglia di visibilità, oltre al travagliesco tic di "fare pulizia" in modo esemplare? Probabilmente si poteva fare quello che si è fatto senza tutto questo clamore, e prima, dato che i fatti risalgono a un anno fa. Anche perché la storia insegna che andare con i piedi di piombo forse sarebbe meglio.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.