Tutti quei curricula in cui dite "vorrei fare il critico"
Nonostante che il Foglio sia un piccolo giornale, succede che arrivino ogni giorno parecchi curricula di giornalisti o aspiranti tali che si propongono per collaborare o chiedono di essere assunti. Capita che molti di questi curricula passino sotto i miei occhi. Sarà che l'idea comune è che per lavorare al Foglio si debba essere snob e un po' artisti, sarà che ormai vengono su tutti così, fatto sta che più della metà delle candidature sono per scrivere recensioni.
Nonostante che il Foglio sia un piccolo giornale, succede che arrivino ogni giorno parecchi curricula di giornalisti o aspiranti tali che si propongono per collaborare o chiedono di essere assunti. Capita che molti di questi curricula passino sotto i miei occhi. Sarà che l'idea comune è che per lavorare al Foglio si debba essere snob e un po' artisti, sarà che ormai vengono su tutti così, fatto sta che più della metà delle candidature sono per scrivere recensioni. Cinema, teatro, libri… tutto ciò che è recensibile questi aspiranti foglianti lo vorrebbero recensire. Una generazione di recensori, che pensa che fare il giornalista sia leggere un libro e poi stroncarlo (o smarchettarlo, cambia poco), guardare un film e parlarne male e così via. Non è il mio campo, e probabilmente gli aspiranti critici sono tutti bravissimi, ma certo la cosa puzza un po'. Per questo consiglierei di leggere questo lungo articolo di Daniel Mendelshon sul New Yorker, là dove si spiega perfettamente come si fa a scrivere una critica su una rivista o un giornale. "And so the fact is that (to invoke the popular saying) everyone is not a critic". Da imparare a memoria prima di inviare il curriculum.
P.S. Sia chiaro, io non parlo della capacità di dare un giudizio, ché può dare chiunque su un libro, un film, un'opera d'arte. Parlo del mestiere del critico sui giornali.
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