Romney e il global warming

Piero Vietti

Il riscaldamento globale, se esiste, non è un affare americano.

    Il riscaldamento globale, se esiste, non è un affare americano, e viene dopo la salute delle industrie a stelle e strisce. A pensarla così è Mitt Romney, che in una sorta di 'intervista doppia' con Obama su scienza e innovazione organizzata dal sito ScienceDebate.org attacca la politica del rivale soprattutto sui temi energetici e ambientali.

    "Il mondo si sta scaldando, e l'attività umana contribuisce al fenomeno - scrive Romney - tuttavia non c'è consenso scientifico sul problema, né sull'estensione del riscaldamento, né sul contributo umano, né sui possibili rischi. Inoltre il problema è appunto il 'global' warming, con le economie in via di sviluppo che stanno inquinando più di quelle sviluppate".

    Il candidato repubblicano critica fortemente le misure, a partire dai limiti sulle emissioni imposti per legge, adottate da Obama: "La crescita economica e l'innovazione, non le leggi, sono la chiave per la protezione dell'ambiente a lungo termine".

    Da qui.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.