Basta carta. Da Newsweek ci dicono che…

Piero Vietti

Abbiamo contattato un insider a Newsweek, chiedendogli di commentare a caldo la decisione di abbandonare l'edizione cartacea. Ecco che cosa ci ha risposto.

    Dunque Newsweek ha annunciato che chiuderà l'edizione cartacea entro dicembre. E' il futuro dell'informazione che si fa presente, con tutti i suoi dubbi, tentativi e problemi che questo comporta. Sempre meno persone vanno in edicola, sempre più computer, smartphone e tablet affollano le nostre vite e quelle di molti altri abitanti del pianeta. Stampare, distribuire, diffondere e vendere (in mezzo mondo, poi) costa tanto, tantissimo. Gli investitori investono sempre di meno, la pubblicità cala ovunque tranne che su internet (ma lì cresce ancora troppo poco). Queste e altre cause mi fanno pensare che Newsweek stia facendo la scelta giusta (giusta soprattutto per una rivista di respiro internazionale scritta principalmente in inglese e con edizioni in altre lingue, in generale non credo si debba abbandonare del tutto la carta).

    Abbiamo contattato un insider a Newsweek, chiedendogli di commentare a caldo la notizia. Ecco che cosa ci ha risposto: 

    "I think this was inevitable. People are weary of paper, however much we may romanticize it. Most people we know do a lot of their news reading these days on handheld devices, and good tablet apps, like the one for Newsweek that already exists, make that an even greater pleasure. What I expect will happen with Newsweek Global is that it will offer a very ample and worldly editorial package, true to Newsweek's heritage and reputation, that will be available to readers in the States, in Europe, and everywhere else".

    In poche parole, la gente si è stancata della carta, nonostante tutti i nostri tentativi di crearci attorno un alone romantico. La gente legge le notizie sui device e sulle app, che tra l'altro offrono un'esperienza di lettura decisamente piacevole (provate quella di Newsweek, se non l'avete ancora fatto). Realismo, innanzitutto. Senza dimenticare la qualità dell'offerta editoriale, che – se di alto livello – funzionerà sempre. E raggiungerà senza troppi costi i lettori di tutto il mondo.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.