Il nuovo ereader di Kobo e il bello degli ebook

Piero Vietti

Sui libri e le librerie ha detto tutto qualche tempo fa il manuale di conversazione. Alle frasi fatte che vanno forte nelle chiacchierate da salotto va aggiunto un nuovo filone, però: quello degli ebook.

    Sui libri e le librerie ha detto tutto qualche tempo fa il manuale di conversazione. Alle frasi fatte che vanno forte nelle chiacchierate da salotto va aggiunto un nuovo filone, però: quello degli ebook. Entro di prepotenza nel grande luogo comune dicendovi che da quando ho il Kindle ho quasi smesso di comprare e leggere libri di carta, salvo rare e imperdibili occasioni (e chi non ha mai provato a leggere su kindle non può avere voce in capitolo, non sa di che si parla). Esperienza simile a quella capitatami con la musica, con l'acquisto quasi esclusivamente online via iTunes e i cd relegati a ricordo adolescenziale. Si risparmia sulle spese, sul peso (ho da poco letto il "Conte di Montecristo", la sera a letto, senza sfondarmi lo sterno per il peso di quelle pagine) e sulla praticità.

    Finiti i luoghi comuni, due notizie: negli Stati Uniti i libri elettronici cominciano ad avere un certo peso nell'industria editoriale, e se è vero che quello che succede in America da noi prima o poi arriva – con qualche anno di ritardo, ma arriva – teniamoci pronti a vedere prima o poi cifre simili. La seconda è che Kobo, leader nel mercato degli ebook, ha da poco presentato il suo nuovo ereader, Aura. Che Wired presenta così: "Vi pentirete di aver comprato il vostro kindle".

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.