Il global warming è come il maiale

Piero Vietti

Non si butta via niente degli allarmi catastrofisti legati al global warming. Così capita ancora di leggere articoli come questo, infarciti di luoghi comuni e che seguono schemi preconfezionati e abusati, più o meno così.

    Non si butta via niente degli allarmi catastrofisti legati al global warming. Così capita ancora di leggere articoli come questo, infarciti di luoghi comuni e che seguono schemi preconfezionati e abusati, più o meno così:

    1) Sembra un film di fantascianza (normalmente "The day after tomorrow") ma è la realtà.

    2) Previsione catastrofista sull'innalzamento dei mari che sommergerà le grandi capitali (i paesini no, mai, solo le grandi capitali). Le cause dell'innalzamento? Non lo scioglimento dei ghiacciai, ma – cito dall'articolo – direttamente "le emissioni di gas serra".

    3) Lo dice uno studio dell'Università di (segue nome di una città americana o inglese a piacere).

    4) Virgolettato di un esperto/studioso/scienziato che conferma lo studio e fa previsioni catastrofiche.

    5) Ripresa del tema iniziale ("vedremo davvero scene da film di fantascienza, eh, ma davvero davvero", con qualche particolare dalla sceneggiatura).

    6) Finale ottimista: se ridurremo le emissioni di gas serra tutto questo non succederà.

    La cosa curiosa è che da almeno 10 anni leggiamo gli stessi pezzi, secondo uno schema che ricorda i consigli per evitare il colpo di sole in estate, da vent'anni sempre uguali.

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.