Ménez, talento utile, dimostri di essere leader
Ménez è un punto di cuspide, un grande cetriolo per avversari e compagni. Ha talento cristallino, messo in mostra alla Roma pur entrandoci poco e nulla con il gioco di Spalletti, al Psg di Ancelotti e solo l’ex interista Laurent Blanc è stato così sellero da disfarsene.
Keisuke Honda ci ha dato certezza della vittoria nella sesta giornata con un calcio di punizione calciato con tanta rabbia da scheggiare il palo. Era incazzato con Jérémy Ménez che avrebbe voluto calciare al suo posto: la querelle è stata prontamente troncata dal gigante Alex, sempre più leader dello spogliatoio, che ha spinto via il francese.
Non c’è niente da fare, Ménez è un punto di cuspide, un grande cetriolo per avversari e compagni. Ha talento cristallino, messo in mostra alla Roma pur entrandoci poco e nulla con il gioco di Spalletti, al Psg di Ancelotti e solo l’ex interista Laurent Blanc è stato così sellero da disfarsene.
Zidane disse che per farlo crescere definitivamente bisognava farlo “giocare sempre e non prendergli la testa”. Ora Ménez gioca, non ne ha saltata una, ha pure segnato, molto per un attaccante che in carriera non è mai andato in doppia cifra. Nessuno gli ha preso la testa: così è lui che si sta prendendo quella di tutti. Negli scorci in cui non c’è, il gioco si affloscia, è prevedibile. Quando c’è, fa solo quello che vuole dove vuole. Passa la palla all’ultimo secondo e soltanto se vede lo spiraglio dove il compagno si sta per infilare, sennò nisba se la tiene fino all’inevitabile resa. Se non sfonda scorrazza. Mai triangola stretto, al più fa intelligenti cambi di fronte. Sulla fascia si sente confinato: appena gli ridanno libertà di prateria si mette a rifare scintille.
Gente con un grande ego che cazzia i compagni in campo s’è già vista. Il gitano Ibrahimovic è stato un presuntuoso a giusto titolo perché devastante e sempre uomo squadra. Balotelli è stato un presuntuoso inutile.
Ménez non è Balo e non è Ibra. Ha dimostrato finora di essere un talento molto utile. Ora deve dimostrare di essere un leader, uno di quelli che fanno uscire fuori anche il talento degli altri.
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