La Rai e lo spirito di Conte
Per fortuna ieri sera si sia vinto e dunque già prima di affrontare la Croazia, l’Italia sia signora e domina di questo fessissimo girone di qualificazione a un torneo europeo che hanno voluto estendere alla provincia della provincia solo per mortificare scuole calcistiche di antica tradizione.
Per fortuna ieri sera si sia vinto e dunque già prima di affrontare la Croazia, l’Italia sia signora e domina di questo fessissimo girone di qualificazione a un torneo europeo che hanno voluto estendere alla provincia della provincia solo per mortificare scuole calcistiche di antica tradizione. Ripeto, le grandi e anche le sedicenti tali hanno solo da perdere da questa Onu del pallone che assicurerebbe il potere del Ban Ki-moon franco-juventino. Laddove sarebbe più spettacolare, più emozionante una sana e ristretta Lega delle democrazie. Ci saremmo risparmiati di arrancare oltre il lecito con i simpatici e irsuti azeri, per sette o otto minuti le chiappe appena tinte di azzurro sono tornate a essere rosse e nere per i colpi ricevuti e il conseguente nocumento per le ragadi.
Fosse finita in parità, per giunta in casa, altro che Corea del nord, altro che Sudafrica.
Se già il secondo passo fosse stato falso, se il Condottiero unico anziché mordere alla gola avesse poveramente ululato alla luna, si sarebbe detto che il contismo s’era già incartato, un po’ come il renzismo, con la differenza fondamentale che il boy di Firenze riesce a sorridere anche contro la cattiva fortuna, quello di Lecce si mangerebbe la parrucca. In diretta tv, con tutto il florilegio di spiegazioni del team Rai più nutrito ed embedded della televisione mondiale, a mo’ di esempio alla prossima contate quante volte i telecronisti anziché raccontare la partita evocano lo spirito di Conte. Per fortuna Chiellini ha messo le cose a posto. Ed è quanto dire. Che lo abbia fatto con un paio di zuccate, e in occasione dell’autogol con l’evidente complicità del suo capitano che si è buttato nella porta come sul letto d’amore, è la prova che in questo fottuto gioco si può essere ruvidi ed efficaci solo perché ci hai roba dentro. Se non è cuore, è coratella. E basta lo stesso, almeno con gli azeri.
Il Foglio sportivo - in corpore sano