Mentre i cristiani vengono perseguitati, la Francia discute di “neutralità” sui manifesti
Roma. Il Papa, durante il Regina Coeli, ha chiesto che la comunità internazionale “non assista muta e inerte” di fronte al dramma dei “nostri fratelli perseguitati, esiliati, uccisi e decapitati per il solo fatto di essere cristiani” e anche la società pubblica dei trasporti parigini, la Ratp, alla fine ha deciso di dare il via libera ai manifesti che pubblicizzano il concerto benefico del gruppo Les Pretres (14 giugno, all’Olympia) proprio in favore dei cristiani perseguitati. La vicenda era divenuta imbarazzante anche per i vertici della società, che giorni fa aveva motivato la decisione di rimuovere le affissioni perché quei cartelloni “rappresentano un attentato al principio di neutralità del servizio pubblico”. La presenza della parola “cristiano” avrebbe potuto disturbare non solo qualche sostenitore occulto del califfo Abu Bakr al Baghdadi in attesa del primo treno per la fermata Marché de Saint-Denis, ma anche i razionalisti che non vogliono tornare a casa dall’ufficio con impressa negli occhi l’immagine di tre preti canterini.
Le proteste non si erano fatte attendere e le associazioni in difesa dei cristiani esiliati, uccisi e decapitati – per la cui difesa il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, ha ipotizzato l’invio di armi, seppur a certe condizioni – hanno scomodato il premier Manuel Valls, che a Matignon è intento a studiare il dossier preparato dal collega di partito Yann Galut volto a togliere ogni riferimento religioso ai nomi dei villaggi, quasi fosse un membro del direttorio rivoluzionario che sostituì i nomi dei mesi sul calendario. Su Twitter, il capo del governo ha garantito di star dalla parte dei martiri iracheni: “Nessuna esitazione! Sostegno totale ai cristiani d’oriente”. Il coordinamento in loro difesa, però, non fidandosi troppo delle esternazioni in centoquaranta caratteri, aveva presentato un immediato ricorso in tribunale, chiedendo solo “il rispetto delle libertà e dei princìpi generali dello stato francese”.
[**Video_box_2**]E’ l’aver sollevato la questione della neutralità che ha fatto insorgere le associazioni che si occupano di dare sostegno alle popolazioni cacciate di casa dai miliziani dello Stato islamico. “Noi – ha detto il presidente di una di queste, Patrick Karam – non possiamo accettare che i cristiani d’oriente siano considerati come fossero parti del conflitto attuale in Iraq e Siria”. In un primo momento, la Ratp aveva proposto una soluzione di mediazione, che se possibile ha reso la vicenda ancor più ridicola: fermo restando il divieto di citare i cristiani perseguitati, sarebbe stato possibile menzionare sui manifesti l’organizzazione l’OEuvre d’Orient, che del concerto è l’organizzatrice. La Conferenza episcopale francese, mai come in questi mesi attiva a difendere le croci sui gonfaloni delle città transalpine e le statuine dei presepi che qualche comune vorrebbe impacchettare e vendere su eBay, s’era detta “indignata” per la decisione dell’azienda di trasporti: si tratta, hanno scritto i vescovi, di “un oltraggio alla solidarietà della Francia nei confronti delle popolazioni perseguitate”. Alla fine, la retromarcia dell’azienda dei trasporti: via libera alla parola “cristiano” nella métro.
Vangelo a portata di mano