Il Papa: "Matrimonio è atto di fede, un legame indissolubile". Perdono dell'aborto, nessuna novità
“La Chiesa stessa è pienamente coinvolta nella storia di ogni matrimonio cristiano: si edifica nelle sue riuscite e patisce nei suoi fallimenti. Ma dobbiamo interrogarci con serietà: accettiamo fino in fondo, noi stessi, come credenti e come pastori anche questo legame indissolubile della storia di Cristo e della Chiesa con la storia del matrimonio e della famiglia umana? Siamo disposti ad assumerci seriamente questa responsabilità, cioè che ogni matrimonio va sulla strada dell’amore che Cristo ha con la Chiesa?”. Proseguono le catechesi del Papa sulla famiglia. Questa mattina, sul sagrato di piazza San Pietro, il Papa ha concentrato la propria riflessione sul sacramento del matrimonio (qui il testo completo), ricordando che “non è semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto. Il matrimonio cristiano è un sacramento che avviene nella Chiesa, e che anche fa la Chiesa, dando inizio a una nuova comunità familiare”. Citando San Paolo, Francesco ha ricordato “l’analogia tra la coppia marito-moglie e quella Cristo-Chiesa”. Un’analogia chiaramente “imperfetta”, ma “dobbiamo coglierne il senso spirituale che è altissimo e rivoluzionario, e nello stesso tempo semplice, alla portata di ogni uomo e donna che si affidano alla grazia di Dio”.
Il matrimonio è, ha aggiunto il Pontefice, “un grande atto di fede e di amore: testimonia il coraggio di credere alla bellezza dell’atto creatore di Dio e di vivere quell’amore che spinge ad andare sempre oltre, oltre sé stessi e anche oltre la stessa famiglia. La vocazione cristiana ad amare senza riserve e senza misura è quanto, con la grazia di Cristo, sta alla base anche del libero consenso che costituisce il matrimonio”. La celebrazione di questo sacramento, ha detto ancora Francesco, “non può lasciar fuori questa corresponsabilità della vita familiare nei confronti della grande missione di amore della Chiesa. E così la vita della Chiesa si arricchisce ogni volta della bellezza di questa alleanza sponsale, come pure si impoverisce ogni volta che essa viene sfigurata”.
Intanto, fervono i preparativi per il Giubileo straordinario della Misericordia, che si aprirà il prossimo 8 dicembre, cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Tra le novità, oltre all’apertura della Porta Santa in ogni diocesi, l’invio dei “missionari della misericordia”, ai quali il Papa affiderà il mandato il mercoledì delle Ceneri con la celebrazione in San Pietro. Dovranno essere – ha spiegato ieri mons. Rino Fisichella, organizzatore del Giubileo – “sacerdoti pazienti, capaci di comprendere i limiti degli uomini, ma pronti a esprimere l’afflato del buon Pastore, nella loro predicazione e nella confessione”. Tra le facoltà che avranno, anche quella di perdonare l’aborto, “a tutte le condizioni” e non solo alla madre che ha compiuto il gesto, ma anche a medici, operatori sanitari e quanti hanno collaborato a procurarlo. A ogni modo, non si tratta di una novità. Il vescovo, infatti, può già concedere tale facoltà al penitenziere e perfino ai singoli sacerdoti (all'Aquila, ad esempio, dura dal 2000). Il fatto nuovo è che per il Giubileo tale facoltà sarà data anche ai missionari specificamente inviati.
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