Perché l'enciclica del Papa è uno zibaldone di idee che rischia di diventare un'opinione come un'altra
Posso essere irriverente? L’enciclica di Papa Francesco mi ricorda un po’ la relazione di Achille Occhetto al Congresso di Roma nella primavera del 1989. Il Muro aveva cominciato a scricchiolare, il crollo dell’impero sovietico si avvicinava a grandi passi e con esso quello delle residue ideologie comuniste e Occhetto decise di aprire la sua relazione congressuale con 10 minuti dedicati… alla distruzione delle foreste dell’ Amazzonia. Il tema ambientale allora maggiormente in auge. Con una tesi molto simile a quella di Francesco. La crisi ecologica è la dimostrazione dell’insostenibilità del capitalismo, destinato a crollare sotto il peso di questa nuova contraddizione. C’era persino in quella relazione, come nell’ enciclica, la richiesta di un governo mondiale dell’economia. Ugualmente Francesco dice che crisi ecologica e crisi della società moderna viaggiano congiuntamente e accusa politica e finanza di esserne i responsabili. Farei timidamente notare che le più grandi crisi sociali, la povertà' estrema dei secoli scorsi, le carneficine della prima meta del '900, giusto per fare qualche esempio, si sono verificate in epoche in cui il riscaldamento globale era di la' da venire.
L' Enciclica è uno zibaldone di idee di origini diverse: un po' Greenpeace, un po' Onu, un po' Naomi Klein, un po' teologia della liberazione. Con scarso rigore. Basti vedere il modo confuso e indistinto, da gita domenicale fuori porta, con cui vengono usati i termini natura e ambiente. Qualcuno ha spiegato a Francesco che della natura fanno parte a pieno titolo, per esempio, anche virus, microbi, batteri (e insetti) che sono responsabili di milioni di morti ogni anno e nel passato di epidemie che hanno sterminato fino a metà della popolazione mondiale? O che milioni di specie si sono estinte a causa di cambiamenti climatici e battagli evolutive, prima della comparsa della specie umana?
La coppia natura buona / uomo cattivo è solo un luogo comune dell'ambientalista collettivo di cui fa da oggi ufficialmente parte anche il Papa. La cosmologia cristiana, il Dio creatore dell'universo, del cielo stellato e di miliardi di pianeti, viene sostituito dalla biodiversità. La natura, l'universo hanno 14 miliardi di anni, la Terra 4,5, e tutto si riduce nell'enciclica alla storia degli ultimi 50 anni della Terra. Il creato non è quella magnifica e tragica storia evolutiva che espande l'universo e ha visto la Terra immensamente calda, qualche volta gelata, spesso inospitale, frantumata da giganteschi terremoti ed eruzioni vulcaniche, abitata da dinosauri e mammut e modificata continuamente dalla deriva dei continenti, ma una specie di giardino, ricordo di un Eden immutato nel tempo, dato da Dio in affidamento all' uomo.
Dice Francesco che "occorre riparare il danno causato dagli umani alla creazione di Dio" . Solo che il modo migliore per farlo , se fosse vera la responsabilità della specie umana, sarebbe quello di levarci di torno. Anche perché una cattiva gestione dell'ambiente certamente non mette in discussione la sopravvivenza del pianeta, che non va certo in rovina per qualche grado in più di temperatura, ma casomai la nostra.
L'altro obiettivo polemico dell' enciclica è la tecnologia , anzi la tecnocrazia. Francesco sa che questo è il nemico principale di ogni religione. Perché rivela il carattere naturale della vita e va squarciando secolo dopo secolo, ma ormai decennio dopo decennio, ogni mistero che sia originato da Dio e regala conoscenza al genere umano. Troppo potere e troppa libertà? Certo usare questo potere con responsabilità sara' una bella sfida. Ma non è che i secoli oscuri alle nostre spalle siano stati rose e fiori. Anzi.
Infine, il relativismo. Che, con buona pace di Scalfari viene attaccato e difese invece le "verità assolute". Ma Francesco non si rende conto che nel momento in cui si mescola con dubbie teorie politico/ ambientali la chiesa per prima cede ad un estremo relativismo abbandonando il terreno delle verità assolute. Senza le quali la Sua diventa solo un'opinione come un' altra.
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