Sul Papa ecologista
Il Papa (ormai corre nella Chiesa e nel mondo) si trova autorevolmente d’accordo sui temi cari a noi ambientalisti ed ecologisti, o semplici, noti e ignoti, filosofi. Ha accolto col consueto slancio la causa rigorosamente primaria della salvezza del pianeta secondo l’autocoscienza umana, ma che la condivida fino in fondo è dubbio. Come può essere primaria anche per il Papa una causa che non può avere né condizionamenti né dimensioni né confini? C’è il condizionamento dogmatico, cattolico quanto di tutto l’occidente, che fermare l’inesorabile autofagia planetaria basti la pressione delle libere volontà umane. Provatevi a fermare coalizzando le vostre “libere” volontà le obbrobriose trivellazioni sulle coste adriatiche! Il Papa non formula programmi di azioni pratiche, non arrischia l’urto con i muraglioni dei bilanci statali; per dissuadere da un programmone di economia in ripresa, perché dannoso alla specie umana?
Unanime nell’accecamento, la demografia dogmatica cattolica da sempre ci va predicando dalle sue cattedre che tutti i guai vengono dalla distribuzione e non dal numero in eccesso, sempre catastrofico, di esseri umani. Ma la Bomba Biologica era, fin dalla primissima ecologia, il fantasma persecutore del pensiero futurologico, generato dal pensiero dell’economia malthusiana e neomalthusiana. La bomba biologica attira la Nemesis come il Buco Nero risucchia la Nana Bianca. Ne consegue che, rimesta fin che ti pare con parvenza scientifica le cifre, lo sviluppo tecnoindustriale porta sterilizzazione diffusa, sete, fame, miseria e popoli interi inchiodati a far guerre. (La grande guerra per l’acqua non è per dopodomani). Non è l’aiuto, la salvezza messianica: l’unica misura sensata è la contraccezione persuasa con intelligente disperazione ai popoli, ai continenti-conigliera, senza superare uno o due figli per coppia. Il clima respirabile dipende dal controllo dello spermatozoo, l’animalculus propagatore della sfrenatezza di Shiva.
Un libro introvabile, uscito nell’Italia appena liberata (sicuramente reperibile dai curatori della Vaticana) fu una raccolta di saggi di Ernesto Buonaiuti, il più sacerdos in aeternum che ebbe, forse, la Chiesa del Ventesimo, un grande, grandissimo cristiano. Il libro trattava di sessualità e cristianesimo. Buonaiuti sosteneva arditamente che la redenzione portata da Cristo annullava il comandamento biblico sulla procreazione per i battezzati. Il tempo della procreazione illimitata è finito dai tempi dei Cesari e della Giudea romana.
Il filosofo ignoto
Editoriali
Mancavano giusto le lodi papali all'Iran
l'anticipazione