Via la statua dei Dieci Comandamenti in Oklahoma, discrimina i satanisti
Attorno alla mezzanotte di sabato scorso alcuni membri del Tempio di Satana di Detroit hanno svelato al pubblico una statua di Bafometto, idolo pagano che nel corso dei secoli è stato associato alla figura del diavolo. Il monumento è alto quasi tre metri, pesa mezza tonnellata e rappresenta una figura metà uomo e metà capra (la testa e gli zoccoli sono animali, il corpo umano) seduto, con il braccio destro alzato. Ai suoi fianchi, in piedi, due bambini – un maschio e una femmina – che lo osservano sorridenti (“Perché noi teniamo ai diritti dei bambini”). Le cronache locali riportano che alcune centinaia di presenti hanno salutato l’inaugurazione al grido di “Ave, Satana”. Al centro di prevedibili proteste nei giorni scorsi, la statua potrebbe presto essere spostata in Arkansas, dove il governatore ha da poco approvato la costruzione di un monumento sui Dieci Comandamenti davanti al Congresso locale. Difficile che venga accordato il permesso di mettere la scultura bronzea di Bafometto nella stessa piazza, più probabile però che venga negato quello di erigere la statua del Decalogo.
Il caso ha infatti un precedente significativo. Nel 2012 a Oklahoma City, un privato sostenuto dai politici locali ha eretto di fronte al Congresso un monumento su cui sono incisi i Dieci Comandamenti, richiamo ai valori e alle radici giudaico-cristiane su cui si basano diritto e tradizione occidentali. L’anno dopo alcuni satanisti e la sedicente chiesa del Mostro degli Spaghetti Volanti hanno chiesto di potere anche loro erigere propri monumenti. Permesso non accordato, ma vero obiettivo dei satanisti raggiunto: dopo un ricorso, infatti, si è messo in moto un meccanismo giuridico che ha portato lunedì scorso la Corte suprema di Oklahoma City a confermare una sua recente decisione che ordinava di togliere la statua dei Dieci Comandamenti dalla piazza di fronte al Congresso perché violerebbe il divieto statale di utilizzo del suolo pubblico a scopi religiosi. I satanisti avevano fatto ricorso usando il più moderno dei grimaldelli giuridici, l’accusa di discriminazione, quel “perché loro sì e noi no?” che sta alla base di ogni riconoscimento di nuovi diritti.
Il paradosso della vicenda dell’Oklahoma è che quelli del Tempio di Satana hanno ragione. La decisione della Corte è infatti in linea con l’idea di libertà americana e con la moderna distorsione del significato di libertà, concetto ormai svuotato di significato e sempre più simile a quello di laïcité alla francese: un contenitore vuoto da riempire tutt’al più con i valori della Repubblica, stando ben attenti a evitare qualunque tipo di identificazione con tradizioni o valori diversi da essi. Difficile uscirne vincitori, dal momento che chi si oppone a questo tipo di pensiero normalmente lo fa con argomenti divenuti fragili, come la tradizione appunto, o sistemi di valori di riferimento considerati ormai superati o offensivi nei confronti di chi non li condivide. Il relativismo in cui l’occidente è immerso fa sì che di fronte alla supposta tutela della libertà individuale non vi sia argomento che tenga, e che pertanto la decisione dei giudici dell’Oklahoma non appaia così strana. In nome della libertà religiosa nessuna religione dovrebbe avere spazio pubblico, altrimenti le altre si sentirebbero discriminate. Non è da escludere che i giudici di Oklahoma City non considerino ebraismo e cristianesimo sullo stesso piano di satanisti e mostri volanti, ciò che manca loro sono le ragioni per cui un monumento su cui stanno scritti i comandamenti che hanno fondato e costruito millenni di storia dell’occidente abbia più diritto di restare in una piazza rispetto a un altro che raffigura il diavolo intento a istruire due bambini (la statua è realizzata in modo che ci si possa anche sedere sulle ginocchia di Bafometto). Nel dubbio meglio niente.
[**Video_box_2**]Ecco perché il Tempio di Satana adesso ha in programma di portare la statua di Bafometto in Arkansas: far esplodere la contraddizione e impedire che i Dieci Comandamenti vengano impressi su pietra di fronte al Congresso. Se tutto ha lo stesso valore, nulla è vero. E Jex Blackmore, direttrice del Tempio di Satana di Detroit può dire, senza che nessuno o quasi lo trovi strano, che negli ultimi anni “si è fatta molta confusione” sul satanismo, che è in realtà un termine che indica solo la volontà di ribellarsi al sistema, e che il loro intento è quello “di creare un dialogo”. E a chi le fa notare che a Detroit la maggioranza degli abitanti si definisce cristiana, Blackmore risponde che “se fino a oggi le loro preghiere non ci hanno salvato, forse è venuto il momento di abbracciare la diversità”. Il termine confusione è probabilmente il più adatto per definire la situazione, ma ancora debole. L’artista a cui la statua è stata commissionata ha confessato di avere avuto un momento iniziale di imbarazzo. “Poi ho pensato: ma perché non mi piace? E a forza di guardarla tutti i giorni, è una cosa come un’altra. Potrebbe essere Topolino”.
Piero Vietti
Editoriali
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