“Strike preventivo del Papa sul Sinodo”
Lovanio. Rik Torfs è il canonista più noto del Belgio. Professore all’Università cattolica di Lovanio, Torfs ha alle spalle una breve carriera politica, essendo stato tra il 2010 e il 2013 senatore per la CD&V, la Democrazia cristiana fiamminga, l’unico partito belga di ispirazione cattolica. Molto noto per aver condotto programmi televisivi e per una rubrica settimanale sul quotidiano De Standaard, il giornale più letto del paese, dal 2013 è rettore dell’ateneo lovaniense. Qualche tempo fa, Torfs dovette precipitarsi a Roma perché la Santa Sede voleva privare l’università che dirige del titolo di “cattolica”. Difficile trovare una persona più competente di lui, dunque, per commentare i recenti motu proprio di Papa Francesco, che hanno riformato i processi per l’accertamento della nullità matrimoniale. “Ci sono molti elementi che apprezzo nei due motu proprio’’, dice il rettore lovaniese al Foglio. “Mi sembra senz’altro positivo che non sia richiesta una sentenza di seconda istanza se le due parti sono entrambe soddisfatte. L’appello automatico del defensor vinculi era a mio avviso superfluo. La stessa presenza di un solo giudice, ammesso in alcuni casi, è una evoluzione positiva. Ma mi pare meno positivo il fatto che la divisione dei poteri – giudiziario, esecutivo e legislativo – risulti ancor più in pericolo, perché ai vescovi, che già detengono i poteri legislativo ed esecutivo, è dato ampio potere giudiziario. Del resto, benché il codice parli di una divisione dei poteri, il Papa li accentra tutti”, aggiunge. “Un altro limite è che i vescovi tratteranno i cosiddetti ‘casi semplici’, ossia cause che spesso non conducono a un annullamento”.
Il problema maggiore è tuttavia di natura tecnica, sottolinea: “Sono state modificate le ragioni per la nullità di un matrimonio in un testo redatto allo scopo di modificare la procedura processuale di annullamento. Sono sorpreso che i canonisti che hanno preparato il testo – persone qualificate e che stimo – siano stati tanto superficiali”. Nella stampa specializzata i canonisti già discutono se il Papa abbia cambiato non solo la procedura, ma anche i motivi che rendono nullo il matrimonio. Torfs è risolutamente nel gruppo di coloro che pensano che Francesco ha cambiato entrambe le cose, pur avendo pubblicato un testo che, almeno esplicitamente, intendeva cambiare solo la procedura processule.
“La decisione del Pontefice senz’altro cambierà la disciplina in Italia, dove molti canonisti hanno lauti stipendi grazie alle cause matrimoniali”, dice Rik Torfs. “E’ possibile che gli studenti di diritto canonico diminuiranno in molte facoltà italiane, in previsione di guadagni inferiori. Fuori d’Italia esistono facoltà di diritto canonico a Monaco di Baviera, Lovanio, Strasburgo, in Canada e altrove, ma credo che risentiranno meno di un calo di studenti, perché i canonisti non italiani non si concentrano soltanto sul diritto matrimoniale”. Sul piano strettamente giuridico, la decisione papale sembrerebbe delegare la giurisdizione papale ai vescovi, ma Torfs legge le cose diversamente. “Resta sempre in vigore il canone 331, che afferma che il Pontefice ha ‘potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla chiesa’. Di conseguenza – prosegue il rettore – il motu proprio di Francesco non fa che confermare la giurisdizione universale del vescovo di Roma, perché quest’ultimo può, se vuole, ritirare la delega. Può essere vero che i vescovi guadagnano potere di fronte alla curia romana, ma è il papa a dare loro questo potere”.
In Italia c’è un dibattito prettamente teologico sulle decisioni del Papa. Alcuni osservatori hanno letto nel motu proprio una visione teologica diametralmente opposta a quella di Giovanni Paolo II, che insisteva sulla indissolubilità matrimoniale e chiedeva ai giudici rotali criteri severi nei processi per l’annullamento. “Senz’altro Papa Francesco intende rendere più agevole la procedura, perché ci sono molte persone che possono richiederla e che otterrebbero un annullamento, se lo richiedono. Ma non siamo di fronte a nessun ‘divorzio cattolico’. E’ vero, d’altra parte, che c’è un preoccupante allargamento dei motivi di nullità. Questo costituisce di certo un cambiamento rispetto alla teologia dei pontefici precedenti. Credo che il nocciolo della questione sia il canone 915 del codice, che dice che quanti sono in stato di peccato grave manifesto non possono ricevere l’eucaristia. Papa Francesco vuole chiaramente allargare la possibilità di ricevere la comunione anche a molti divorziati risposati. A mio modo di vedere, egli sta agendo su due fronti. Da un lato il suo insegnamento sembra implicare che ci sono casi in cui, nel foro interno, i divorziati risposati non sono in stato di peccato grave, perché ignari della colpa. Il peccato ha sempre elementi soggettivi, che non possono essere conosciuti nel foro esterno. Anche se la coppia non vive come fratello e sorella, ma ha rapporti sessuali, potrebbe non essere in stato di peccato grave. Il Papa ha chiaramente in mente questa possibilità quando sottolinea che i divorziati risposati non sono ‘scomunicati’. Ricordiamoci che il canone 915 impedisce di ricevere la comunione non solo a chi è in situazione di peccato grave manifesto – come, per prassi, si considerano i dovorziati risposati – ma anche a chi incorre in una scomunica. L’altro fronte su cui si muove il Papa è quello della semplificazione delle procedure di annullamento. Penso che Francesco stia attaccando la fortezza del canone 915”. Alla domanda se ci sarà la caccia alla diocesi più generosa nel concedere annullamenti da parte delle coppie, Torfs risponde che ciò avverrà senz’altro. I canonisti chiamano “forum shopping” questa ricerca del tribunale più accondiscendente.
[**Video_box_2**]Colpisce quanto afferma Torfs riguardo gli effetti della nuova procedura sull’immagine della chiesa. Il Papa potrebbe averne un guadagno di immagine, ma difficilmente il motu proprio interesserà molte persone. Sono sempre meno i cattolici che si sposano in occidente e, di conseguenza, ancor meno sono le separazioni. “E’ troppo tardi. Questa riforma sarebbe stata incisiva venticinque anni fa. Oggi interesserà poche persone”. Ciò che molti osservatori si chiedono è se ci sia un legame tra i due provvedimenti papali e il Sinodo ordinario sulla famiglia che sta per avere luogo. “George W. Bush parlava di ‘bombardamento preventivo’. La mossa del Papa – sostiene Torfs – è sotto molti aspetti un ‘bombardamento preventivo’. Influenzerà il sinodo facendo intendere ai padri quali sono le intenzioni del Papa. Questa non è una novità. Già Giovanni Paolo II influenzava in modo massiccio i sinodi. L’azione di Papa Francesco è più discreta, ma tende allo stesso obiettivo. Sono stato un canonista troppo a lungo per non essere un po’ cinico, ma penso che i Papi saranno forse uomini di fede, ma sono di certo dei buoni politici”.