In attesa di dispute vere, tra i padri c'è chi fa il bookmaker sull'esito finale
Roma. Il cardinale Edoardo Menichelli, vescovo di Ancona-Osimo, ha spiegato ai giornalisti che tutto sommato non è che vi siano troppe differenze tra le sfide alla famiglia che si vivono in Europa e quelle presenti in Africa: “Non c’è questa occidentalizzazione”, ha detto intervenendo al briefing quotidiano dell’ora di pranzo che fornisce un quadro del tutto sommario di quel che accadde nel chiuso dell’Aula nuova. Al tavolo degli oratori era presente anche il vescovo di Accra, il ghanese Gabriel Palmer-Buckle, di certo non annoverabile nella schiera dei padri più conservatori o (per usare un’espressione del cardinale viennese Christoph Schönborn) dei “rigoristi”. Il presule ghanese se l’è presa con la stampa, rea di dare gran risonanza a determinate esigenze occidentali e poca al resto del globo: “Ci accorgiamo che quello che va bene per l’Africa non è quello che va bene per i media. Quando diamo un contributo, quasi mai viene presentato come tale dalla stampa. Noi siamo qui invece per dare il nostro contributo. Siamo una chiesa santa, cattolica e apostolica. Se qualcosa preoccupa la chiesa in Europa, questo deve preoccupare anche la chiesa africana, e viceversa. Le questioni che affrontiamo qui sono dell’intera chiesa cattolica”.
Nel bailamme delle dichiarazioni sullo stato dei lavori dei circoli minori – domani mattina già è prevista la consegna delle prime relazioni, mentre nel pomeriggio si inizierà a esaminare la seconda parte dell’Instrumentum – c’è spazio per i vaticini da bookmaker del relatore del gruppo“Anglicus C”, l’australiano Mark Coleridge: “Se il Sinodo finisse oggi, il 65 per cento dei padri voterebbe contro l’ipotesi di ammettere alla comunione i divorziati risposati”, ha detto, precisando però che si tratta di mere “intuizioni”. Come un anno fa, una delle conferenze episcopali che si mostra più compatta nel respingere ogni tipo d’apertura perorata dai novatori è quella polacca. Il suo presidente, il vescovo Stanislaw Gadecki, ha pubblicato sul proprio blog un lungo commento riguardante l’intervento tenuto in plenaria dal cardinale Robert Sarah.
[**Video_box_2**]A giudizio del porporato guineano, sono due le minacce globali che l’umanità è chiamata ad affrontare: la dittatura del relativismo che si riflette in particolare “nell’ideologia del gender” e il “fanatismo islamico”. Il relativismo, ha osservato Sarah, “porta allo sgretolamento della famiglia e alla perdita della vera umanità”. Il cardinale Menichelli ha anche chiarito il motivo per cui al Sinodo sulla famiglia si discute del ruolo delle donne e di unioni tra omosessuali: “Sono entrambe realtà che intersecano la realtà familiare”.