La grande balla del complotto contro il Papa
Ma ci vogliono prendere per scemi? Il teologo Fernández, amico personale e ispiratore, dice che la pubblicazione della notizia smentita sulla salute di Papa Francesco è una strategia apocalittica, insomma l’Anticristo. Un uomo saggio a suo modo e intelligente come il cardinale Kasper mette insieme il leak sulla salute del Papa e il leak arrivato a Sandro Magister sulla lettera di George Pell e degli altri cardinali per dire che è una manovra per bloccare il Sinodo e castigare la sua ansia di misericordia. Vito Mancuso, teologo riformatore, si porta avanti con il lavoro: secondo lui bisogna chiamare in causa anche il coming out di monsignor Charamsa, il gay del Sant’Uffizio, e la conclusione è che, come profetizzato dallo stesso Cristo nel vangelo di Luca, il corpo del Papa regnante è trattato come un cadavere da nugoli di avvoltoi che volteggiano. Ma ci vogliono prendere per scemi? E il diluvio di leak contro Benedetto XVI cos’erano, un tentativo di castigare la sua campagna contro il relativismo morale e i valori non negoziabili? Cos’erano le rivelazioni pettegole sulla salute di Ratzinger o su quella di san Giovanni Paolo II, alcune delle quali poi confermate nonostante le smentite risentite della sala stampa (Giovanni Paolo II non aveva il Parkinson secondo i tutori della verità di palazzo)?
Quando uomini di chiesa, scortati e preceduti come sempre dal confusionismo orchestrato dei giornali e delle tv che commerciano ideologia e metafore da quattro soldi, si introducono essi stessi nei sotterranei del Vaticano, ne escono infallibilmente ridicolizzati. Lo schema è infantilmente ripetitivo. Primo, è in atto una rivoluzione, e le forze del bene (la misericordia evangelica) combattono contro le forze del male (la dottrina cattolica nelle mani dei dottori della legge). Secondo, le forze del male o forze della reazione in agguato procedono a furia di colpi bassi, sotto la cintola e la risposta dei buoni si colora di eroismo e di resistenza, in questo caso al Maligno. Nella mentalità dei rivoluzionari, dai giacobini a Lenin e Stalin, c’è sempre un re che trama, un’aristocrazia del vecchio regime che si mobilita, un gruppo antipartito che opera nel segreto e compie losche missioni di sabotaggio per fermare l’avanzata dell’Ideale. Sorprende che un establishment ecclesiale che si vuole modernista e che ama compiacere il mondo laicista usi a man bassa di questi vecchi arnesi ideologici, evocando perfino il fantasma dell’Anticristo. Subito prima di dire, perché lo dicono, che se pure la notizia sulla macchiolina nel cervello di Bergoglio fosse vera, non è importante, perché si tratta di male sintomatico, e il Papa può con ogni evidenza continuare a fare il frenetico lavoro che sappiamo per fare largo alla sua idea di chiesa e di gaudio evangelico misericordioso. Sorprende che l’informazione media o Giornalista Collettivo gli vada dietro senza obiettare, anzi rendendo ridondanti e a loro modo esplosive queste caterve di scemenze.
Si può tranquillamente pensare che, trovandosi in Toscana la città di Pisa, cosa difficile da contestare anche a un teologo come Fernández, dal centro clinico pisano di questo sapiente neurologo Fukushima sia scappata, magari per naturale propensione all’indiscrezione della comune umanità, una mezza verità su un sospetto diagnostico, e che il giornale della Toscana, il Quotidiano Nazionale, l’abbia raccolta e verificata, trovandosi di fronte a un giro di elicotteri che atterrano in Vaticano, di incontri pubblici di Fukushima con il Papa eccetera, insomma materiali che possono essere insieme altamente verosimili e forse anche imprecisi o falsi. E’ il destino comune delle mezze notizie, delle rivelazioni casuali. Ovvio che un giornalista un po’ più individualista di quello Collettivo avrebbe dovuto domandarsi: ma se è un complotto di avvoltoi, perché il leak parla di una macchiolina ininfluente invece che di un male grave, di un pericolo imminente e potenzialmente invalidante? Ma pensarla così vuol dire rinunciare alla denuncia della controrivoluzione in cammino e ai frutti che si spera di ricavare dal giusto orrore che la gente prova per i colpi bassi e altre mene subdole.
[**Video_box_2**]Che fossero bizzarri, e che tendessero a prenderci per scemi, l’ho pensato altre due volte di recente: (1) quando Kasper obiettò di malagrazia alla pubblicazione in esclusiva mondiale nel Foglio del suo rapporto segreto ai cardinali, solo poi reso noto dalla sala stampa e pubblicato in brochure, sulla famiglia e la comunione ai divorziati risposati (quello sì uno scoop teologico non pettegolo, da parte di un giornale che se ne è sempre impipato della sottocultura del noir vaticanista); e (2) quando alla domanda su chi siano i nemici del Papa, nel suo ultimo libro con Raffaele Luise, Kasper rispose: sono quelli che dicono che il Papa piace troppo, cioè noi. Noi quattro gatti libertini nemici del Papa difeso da legioni di laici inginocchiati? Ma fateci il piacere! Alla luce della ragionevolezza, senza scomodare Voltaire, questa è la terza volta che ho pensato quanto siano bizzarri e anche furbastri certi sostenitori della rivoluzione bergogliana. Un piccolo sforzo, prego, potete fare di meglio.