Il Papa: "Mai usare il nome di Dio per giustificare odio e violenza. Il dialogo interreligioso non è un lusso"
Roma. "Il Dio che noi cerchiamo di servire è un Dio di pace. Il suo santo Nome non deve mai essere usato per giustificare l'odio e la violenza". E' il primo mattino a Nairobi, l'alba italiana, quando il Papa pronuncia queste parole in occasione dell'incontro interreligioso ed ecumenico che ha avuto luogo nel Salone della nunziatura apostolica della capitale keniota. "So che in voi è vivo il ricordo lasciato dai barbari attacchi al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera", ha aggiunto con il pensiero rivolto ai giovani che "troppo spesso vengono resi estremisti in nome della religione per seminare discordia e paura e per lacerare il tessuto stesso delle nostre società". Da qui, un appello: "Quant'è importante che siamo riconosciuti come profeti di pace, operatori di pace che invitano gli altri a vivere in pace, armonia e rispetto reciproco! Possa l'Onnipotente toccare i cuori di coloro che perpetrano questa violenza e concedere la sua pace alle nostre famiglie e alle nostre comunità". Francesco ha indicato come stella polare, eredità del Vaticano II, il dialogo ecumenico e interreligioso, che però "non è un lusso. Non è qualcosa di aggiuntivo o di opzionale, ma è essenziale, è qualcosa di cui il nostro mondo, ferito da conflitti e divisioni, ha sempre più bisogno". Anche perché "il nostro rapporto ci sta mettendo dinanzi a delle sfide, ci pone degli interrogativi".
Concetti che Bergoglio aveva richiamato anche ieri, nel suo primo discorso pronunciato in terra africana: "Fintanto che le nostre società sperimenteranno le divisioni, siano esse etniche, religiose o economiche, tutti gli uomini e le donne di buona volontà sono chiamati a operare per la riconciliazione e la pace, per il perdono e per la guarigione dei cuori. Nell'opera di una costruzione di un solido ordine democratico – aveva detto il Papa – di rafforzamento della coesione e dell'integrazione, della tolleranza e del rispetto per gli altri, il perseguimento del bene comune dev'essere un obiettivo primario". L'esperienza dimostra, insomma, "che la violenza, il conflitto e il terrorismo si alimentano con la paura, la sfiducia e la disperazione, che nascono dalla povertà e dalla frustrazione". La lotta "contro questi nemici della pace e della prosperità", chiosava. "dev'essere portata avanti da uomini e donne che, senza paura, credono nei grandi valori spirituali e politici che hanno ispirato la nascita della nazione e ne danno coerente testimonianza".
"Agire riguardo la grave crisi ambientale"
Il Pontefice, prima, aveva voluto richiamare la necessità di agire riguardo "la grave crisi ambientale che ci sta dinnanzi". Crisi che "esige una sempre maggiore sensibilità nei riguardi del rapporto tra gli esseri umani e la natura". In un mondo "che continua a sfruttare piuttosto che proteggere la casa comune, essi devono ispirare gli sforzi dei governanti a promuovere modelli responsabili di sviluppo economico", dal momento che "vi è un chiaro legame tra la protezione della natura e l'edificazione di un ordine sociale giusto ed equo".
[**Video_box_2**]"Resistere alle pratiche che minacciano la vita degli innocenti non ancora nati"
Questa mattina, dopo l'incontro ecumenico ed interreligioso, Francesco ha celebrato la messa nel campus dell'Università di Nairobi, dove ha esaltato ancora una volta il ruolo della famiglia: "La salute di qualsiasi società dipende dalla salute delle famiglie. Per il bene loro e della comunità, la fede nella Parola di Dio ci chiama a sostenere le famiglie nella loro missione all'interno della società, ad accogliere i bambini come una benedizione per il nostro mondo e a difendere la dignità di ogni uomo e di ogni donna, poiché tutti noi siamo fratelli e sorelle nell'unica famiglia umana". Al contempo, "siamo chiamati a opporre resistenza alle pratiche che favoriscono l'arroganza negli uomini, feriscono o disprezzano le donne e minacciano la vita degli innocenti non ancora nati".
Nel pomeriggio, il Pontefice incontrerà il Clero, i religiosi, le religiose e i seminaristi nel campo sportivo della St.Mary's School, mentre alle 17.30 locali (le 15.30 italiane) visiterà l'U.N.O.N., l'ufficio delle Nazioni Unite nella capitale keniota.
Editoriali
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