Il vescovo copto egiziano: "Senza Fratelli musulmani qui non arriverà mai lo Stato islamico"
Per le chiese orientali (ortodosse e cattoliche) che seguono il calendario giuliano, oggi si celebra il Natale. In occasione di tale festività, è intervenuto ai microfoni di Radio Vaticana mons. Antonios Aziz Mina, vescovo della chiesa copta di Giza, in Egitto. Al di là del significato religioso dell'avvenimento, il presule si sofferma su quanto è cambiata la vita per i cristiani nel grande paese arabo nordafricano. "La situazione è calma", dice mons. Mina: "Con i moderati abbiamo un ottimo rapporto". Le difficoltà, semmai, ci sono "con i fanatici che non sono solo contro i cristiani, ma sono contro tutti. I cristiani forse sono solo la via per arrivare a tutti per disturbare, per mettere disordine in tutto il Paese". Il vescovo copto guarda all'evoluzione politica locale: Costituzione, elezioni presidenziali e parlamentari dimostrano "che l'Egitto ha già messo piede sulla strada giusta e ha rotto la catena dei Fratelli musulmani volta alla creazione di questo Stato islamico Daesh".
[**Video_box_2**]Toni, dunque, completamente diversi da quelli usati il 25 dicembre scorso dal patriarca caldeo di Baghdad, mar Raphael Louis I Sako,che aveva confermato la decisione di "non fare celebrazioni sociali né decorazioni particolari". "Celebriamo il Natale con silenzio e lacrime per dire ai musulmani: non è giusto, noi siamo cittadini come loro, non siamo cittadini di seconda classe. Abbiamo gli stessi diritti, la libertà religiosa è per tutti. Il governo ha realizzato un albero molto grande, alto 25 metri, in un giardino qui vicino al Patriarcato. Ne ha fatto uno anche al Parlamento. Ma per noi questo non significa nulla: vogliamo atti di pari cittadinanza, gli stessi dritti degli altri".