Il cardinale Maradiaga: "Sì, in Vaticano c'è una lobby gay, l'ha detto il Papa"
Roma. Il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga, coordinatore del C9 (la commissione cardinalizia che consiglia il Papa e studia la riforma della curia romana) ha ribadito che "in Vaticano c'è una lobby gay" ben operativa e che Francesco sta affrontando il problema: "Poco a poco, il Pontefice sta tentando di purificarla". Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, ha risposto a una precisa domanda del quotidiano locale El Heraldo, in cui gli veniva chiesto se "in qualche momento ci sia stato il tentativo o se si sia effettivamente concretizzata una infiltrazione della comunità gay in Vaticano". Il porporato è stato chiaro: "Non solo questo, anche il Papa l'ha detto: c'è stata anche una lobby in questo senso".
Il riferimento è a quanto Bergoglio disse, pochi mesi dopo l'elezione, ricevendo in udienza privata i rappresentati della Confederazione latinoamericana e dei Caraibi dei religiosi e delle religiose (Clar), il 6 giugno 2013: "In Vaticano – secondo quanto riportò un quotidiano cileno – c'è una potente lobby gay". Successivamente, conversando con i giornalisti a bordo dell'aereo che lo riportava in Italia dal Brasile, dove si era recato per la Giornata mondiale della Gioventù, era tornato sul tema: "Si scrive tanto della lobby gay. Io finora non ho trovato in Vaticano chi ha scritto 'gay' sulla carta d'identità. Bisogna distinguere tra l'essere gay, avere questa tendenza e fare lobby". Il problema – chiosava Francesco – "non è avere questa tendenza, il problema è fare lobby e questo vale per questo come per le lobby d'avari, le lobby politiche, le lobby massoniche".
[**Video_box_2**]In quell'occasione, il Papa aveva pronunciato una delle frasi "simbolo" di questa prima parte di pontificato: "Se una persona è gay e cerca il Signore con buona volontà, chi sono io per giudicarlo?". Il cardinale Maradiaga ha aggiunto che "ciò che è sbagliato non può essere la verità" e, ad ogni modo, "esiste una legislazione pastorale per rispondere" a questi problemi.
L'editoriale dell'elefantino