Da Aleppo ci scrive Padre Ibrahim Alsabagh: "Manca anche l'acqua". Appello del Papa all'Angelus
Roma. “La situazione qui è assai difficile, bisogna continuare però”, ci scrive Padre Ibrahim Alsabagh, parroco francescano della cattedrale latina di Aleppo, colpita lo scorso ottobre da una bombola di gas lanciata sulla sua cupola, mentre i fedeli erano riuniti per la messa domenicale vespertina, quella più affollata. La città più popolosa della Siria, è da giorni al centro dell’offensiva dell’esercito governativo che – insieme a rinforzi iracheni e alla copertura dell’aviazione russa – sta tentando di riprenderne dopo quattro anni il pieno controllo. La situazione in città è drammatica, ben più d quanto lo fosse tre mesi fa, periodo in cui al mercato era possibile reperire quasi solo erbe.
“Qui c’è una parrocchia che sta morendo, se non ci aiutano. L’emergenza più grande – osserva Padre Ibrahim – è la mancanza d’acqua. Fino a un paio di settimane fa circa, l’acqua veniva dirottata dall’acquedotto nel fiume, così che per la gente era possibile recuperarne almeno qualche secchio. Ora invece l’acqua viene dirottata nelle fogne, e Aleppo è rimasta completamente senz’acqua”. Il convento francescano, che può contare su un proprio pozzo, è diventato quindi uno dei pochi punti di approvvigionamento per le famiglie raggiungibili. I frati stanno ora lavorando per riaprire un pozzo in un vecchio convento ormai abbandonato, cercando al contempo di reperire i fondi necessari per acquistare dei generatori che velocizzino il riempimento dei serbatoi, così da rendere più semplici le operazioni di distribuzione.
[**Video_box_2**]E un segnale è giunto anche dal Papa, che all’Angelus ha parlato del dramma che vive il Paese del vicino oriente dilaniato da anni di guerra civile: “Con viva preoccupazione seguo la drammatica sorte delle popolazioni civili coinvolte nei violenti combattimenti in Siria e costrette ad abbandonare tutto per sfuggire agli orrori della guerra. Auspico – ha aggiunto Francesco – che con generosa solidarietà, si presti l’aiuto necessario per assicurare loro sopravvivenza e dignità, mentre faccio appello alla Comunità internazionale affinché non risparmi alcuno sforzo per portare con urgenza al tavolo del negoziato le parti in causa”. “Solo una soluzione politica del conflitto – ha detto ancora Bergoglio – sarà capace di garantire un futuro di riconciliazione e di pace a quel caro e martoriato Paese, per il quale invito a pregare molto”.
Poco dopo, ricordando la Giornata per la Vita che si tiene oggi in Italia, Francesco ha auspicato "da parte dei vari soggetti istituzionali, educativi e sociali un rinnovato impegno in favore della vita umana dal concepimento al suo naturale tramonto. La nostra società va aiutata a guarire da tutti gli attentati alla vita, osando un cambiamento interiore, che si manifesta anche attraverso opere di misericordia".
Editoriali
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