Così il gesuita spazzola i cappuccini
Roma. All'alba della basilica vaticana, celebrando la messa con i frati minori cappuccini di tutto il mondo convenuti in occasione della traslazione delle spoglie di san Pio da Pietrelcina e san Leopoldo Mandic, il Papa si è soffermato nella sua omelia sul ruolo del confessore. "Il confessionale è per perdonare", ha detto Francesco, aggiungendo: "Se tu non puoi dare l'assoluzione, per favore non bastonare. La persona che viene, viene a cercare conforto, perdono, pace nella sua anima; che trovi un padre che lo abbracci e gli dica 'Dio ti vuole bene'; e che lo faccia sentire!". Il problema è che tanta gente "credo che la maggioranza di noi l'abbia sentito, dice 'Io non vado mai a confessarmi, perché una volta mi hanno fatto queste domande, mi hanno fatto questo…'. Per favore". Bergoglio lacia un monito: "Non cadere nel pelagianismo! 'Tu devi fare questo, questo, questo questo…'.
Ma voi avete questo carisma dei confessori. Riprenderlo, rinnovarlo sempre. E siate grandi perdonatori, perché chi non sa perdonare finisce come questi dottori del Vangelo: è un grande condannatore, sempre ad accusare… E chi è il grande accusatore, nella Bibbia? Il diavolo! O fai l'ufficio di Gesù, che perdona dando la vita, la preghiera, tante ore lì, seduto, come quei due (dice riferendosi a san Pio e san Leopoldo, ndr); o fai l'ufficio del diavolo che condanna, accusa".
[**Video_box_2**]Infine, un auspicio per tutti i sacerdoti, non solo quelli presenti dinanzi all'Altare della cattedra della basilica vaticana: "Lo dico a tutti i sacerdoti che vanno a confessare. E se non se la sentono, che siano umili e dicano 'No, no, io celebro la messa, pulisco il pavimento, faccio tutto, ma non confessare, perché non so farlo bene'".
Vangelo a portata di mano