Dopo Mosca tocca al Cairo: verso il disgelo tra il Papa e l'imam di al Azhar
Roma. Non solo Russia e Cina nell'agenda spirituale (e soprattutto geopolitica) di Francesco. Mentre si conclude il viaggio in Messico, tra i carcerati di Ciudad Juarez, il Vaticano diffondeva una Nota in cui si dava conto dell'allentamento delle tensioni tra la Santa Sede e al Azhar, la maggiore istituzione sunnita con sede al Cairo. Il Comunicato spiega che il segretario del Pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso, mons. Angel Ayuso Guixot, accompagnato dal nunzio in Egitto, mons. Bruno Musarò, sono stati ricevuti dal vice del Grande imam al Tayyeb, Abbas Shuman. Mons. Guixot ha consegnato alla controparte egiziana una lettera del cardinale Jean-Louis Tauran, che del dicastero per il dialogo interreligioso è presidente, in cui quest'ultimo "esprime la sua disponibilità a ricevere il Grande Imam e ad accompagnarlo ufficialmente in udienza dal Santo Padre".
Già nel 2013, Ayuso aveva incontrato Shuman, portandogli anche allora una lettera – "un messaggio scritto", sottolineò Radio Vaticana – a firma del cardinale Tauran. Un incontro "molto cordiale e fruttuoso" da cui risultò "la disponibilità a riprendere il dialogo e la collaborazione", manifestando altresì gli "auspici per la loro continuazione in futuro". Il passo odierno rappresenta dunque uno sviluppo nell'ottica di riavvicinamento tra Vaticano e al Azhar dopo le tensioni scaturite nel 2011, quando Il Cairo reagì duramente alla presa di posizione di Benedetto XVI in merito all'attentato che colpì una chiesa copta ad Alessandria. Nel discorso dell'11 gennaio di quell'anno al Corpo diplomatico accreditato, Papa Ratzinger disse che "Anche in Egitto, ad Alessandria, il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa. Questa successione di attacchi è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose. Bisogna dirlo ancora una volta? In medio oriente – proseguì – i cristiani sono cittadini originali e autentici, leali alla loro patria e fedeli a tutti i loro doveri nazionali. E’ naturale che essi possano godere di tutti i diritti di cittadinanza, di libertà di coscienza e di culto, di libertà nel campo dell’insegnamento e dell’educazione e nell’uso dei mezzi di comunicazione”.
[**Video_box_2**]Frasi che portarono all'immediata reazione dell'imam di al Azhar, che parlò di "ingerenza negli affari interni dell'Egitto". Il portavoce dell'università cairota andò pure oltre, spiegando che il dialogo sarebbe stato riavviato solo con un gesto di rispetto del Pontefice, quale ad esempio "le scuse per le crociate".