Missili jihadisti contro il convento francescano di Aleppo: "Noi rimaniamo qui", dicono i frati.
Roma. Sabato sera il collegio Terre Sainte di Aleppo, sostenuto dall'Associazione pro Terra Sancta, è stato colpito da alcuni missili sparati dai combattenti jihadisti. Una donna anziana è morta e altre due sono rimaste gravemente ferite. La struttura, attualmente, ospita venti anziani che tra quelle mura hanno cercato e trovato rifugio. "Verso le sei di sera un missile ha colpito il collegio dei frati francescani, convento tanto caro e amato da tutti gli calepini, in particolare dalle famiglie che si recano qui numerose ogni giorno per trovare aria pulita e recuperare le energie che la guerra in corso ha sciupato", ha detto padre Firas Lutfi, superiore del collegio, subito dopo l'attentato. "Panico e terrore hanno colpito le altre venti donne che il convento aveva ospitato dopo che la loro casa di ricovero era stata bombardata un anno fa. Ora – ha aggiunto padre Lutfi – non sappiamo né come né dove sistemarle. Aleppo purtroppo non è più un luogo tranquillo. Il Signore abbia pietà di noi, vorremmo che vi associaste alla nostra preghiera per tutti affinché cessi il male e al posto dell'odio regni la pace e l'amore", è la chiosa del superiore.
Il problema maggiore, fanno sapere i francescani di Aleppo, è l'acqua: "Durante l'ultimo periodo di violenza, mentre i missili cadevano, era impressionante vedere la gente aggirarsi cercando l'acqua. Le persone sono disperate e sfidano i missili e la pioggia, pur di attingere acqua dai rubinetti installati lungo la strada, dove ci sono i pozzi", spiegano i frati. L'emergenza umanitaria è sempre più grave: "Fino a qualche minuto fa, undici razzi e colpi di mortaio sono caduti vicino al nostro ospedale. Pare che andiamo verso un peggioramento dell'escalation", ha detto il direttore dell'ospedale "al Rajaa", il chirurgo Emile Katti.
Anche il nuovo custode di Terra Santa, padre Francesco Patton (nominato venerdì mattina), ha commentato l'attacco al collegio Terre Sainte "E' il momento della preghiera e del digiuno per la Siria. I frati rimarranno vicino a chi ha bisogno", ha detto in un breve collegamento con Radio Vaticana.
Intanto, una serie di esplosioni ha colpito le città di Tartus e Jableh, roccaforti delle forze leali al presidente Bashar el Assad. Diversi sono stati gli attentatori suicidi in azione, che si sono fatti esplodere presso le stazioni dei bus e vicino a un ospedale. Almeno 65 i morti.
Editoriali
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