Il nuovo Papa nero è venezuelano
Roma. Padre Arturo Sosa Abascal, 68 anni, venezuelano, è il nuovo Preposito generale della Compagnia di Gesù, il trentunesimo successore di sant’Ignazio di Loyola. E’ stato eletto dalla 36esima Congregazione generale riunita nella curia romana, al termine dei quattro giorni di murmurationes, i confronti vis a vis tra gli elettori per discernere circa il profilo del successore di Adolfo Nicolás, che si è dimesso al compimento dell’ottantesimo anno d’età (la carica è a vita, ma Nicolás è già il terzo Superiore consecutivo a dimettersi dopo Pedro Arrupe e Peter Hans Kolvenbach. Il Papa, come da prassi, ha preso atto della scelta, dal momento che non è richiesta la sua approvazione.
“Verso il largo, dove è più profondo”, recitava il motto della congregazione, ma alla fine i padri hanno scelto l’attuale delegato del Generale per le case e le opere interprovinciali della Compagnia. Istituzioni, cioè, alle dirette dipendenze del Superiore, compresa la Pontificia Università Gregoriana, Civiltà Cattolica, e il Pontificio istituto biblico. Sosa Abascal è un docente universitario, sepcializzato nel campo delle scienze politiche, ma negli anni Novanta – fino al 1996, quando è divenuto Superiore provinciale in Venezuela – è stato anche coordinatre dell’apostolato sociale nel suo paese natale. Da due anni lavorava nella curia generalizia di Roma.
Secondo quanto dispongono le Costituzioni ignaziane, il Superiore “deve essere uno dei più eminenti in ogni virtù e dei più meritevoli dentro la Compagnia, dove da molto tempo dev’essere conosciuto come tale”. Requisito indispensabile è che sia “una persona di profonda spiritualità, un amico di Dio nel pregare, nell’agire e nelle relazioni umane, con una libertà di cuore che gli permetta di guidare la Compagnia con amore umile, giusto e coraggioso”. Tra le sue pubblicazioni, vi sono soprattutto saggi relativi alla storia e alla politica venezuelana.