Il capo dei gesuiti relativizza Gesù: "Non sappiamo quello che ha detto veramente"
Padre Arturo Sosa Abascal sottolinea la necessità di dare priorità al discernimento rispetto alla dottrina, che "è una parola che non mi piace"
Roma. E' lunga l'intervista che padre Arturo Sosa Abascal, da pochi mesi eletto Preposito Generale della Compagnia di Gesù, ha concesso al giornalista ticinese Giuseppe Rusconi per il sito rossoporpora.org . In parte, poi, l'intervista è stata ripresa dal Giornale del Popolo di Lugano. Molti i passaggi che in qualche modo toccano la discussione sinodale sul matrimonio e la famiglia. Il punto di partenza è quanto detto dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, a giudizio del quale "le parole di Gesù sono molto chiare e nessun potere in cielo e in terra, né un angelo né il Papa, né un Concilio né una legge ha la facoltà di modificare".
Risponde padre Sosa: "Intanto bisognerebbe incominciare una bella riflessione su che cosa ha detto veramente Gesù. A quel tempo nessuno aveva un registratore per inciderne le parole. Quello che si sa è che le parole di Gesù vanno contestualizzate, sono espresse con un linguaggio, in un ambiente preciso, sono indirizzate a qualcuno di definito". E poi, aggiunge il Generale, "nell'ultimo secolo nella chiesa c'è stato un grande fiorire di studi che cercano di capire esattamente cosa volesse dire Gesù. Ciò non è relativismo, ma certifica che la parola è relativa, il Vangelo è scritto da esseri umani, è accettato dalla chiesa che è fatta di persone umane".
Quindi, la chiosa: "Perciò è vero che nessuno può cambiare la parola di Gesù, ma bisogna sapere quale è stata!". Quanto all'affermazione in Matteo (19,3-6) secondo cui "non divida l'uomo ciò che Dio ha congiunto", Sosa risponde: "Io mi identifico con quello che dice Papa Francesco. Non si mette in dubbio, si mette a discernimento". Discernimento che è fondamentale e che ha una priorità sulla dottrina stessa, anche se quest'ultima "fa parte del discernimento e un vero discernimento non può prescindere dalla dottrina". In ogni caso, spiega padre Sosa, "dottrina è una parola che non mi piace molto, porta con sé l'immagine della durezza della pietra. Invece la realtà umana è molto più sfumata, non è mai bianca o nera, è in uno sviluppo continuo".
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