Il professor Paul Ehrlich, già autore di "The Population Bomb"

Catastrofisti e abortisti riuniti in Vaticano. “È una cosa senza senso”

Matteo Matzuzzi

Michael Pakaluk, della Catholic University of America di Washington: "La Pontificia accademia delle Scienze ha barattato la sua ragion d'essere per un piatto di lenticchie". Nel mirino, l'invito a Paul Ehrlich e John Bongaarts

Roma. È iniziata presso la Casina Pio IV, nel cuore dei Giardini vaticani, la conferenza dal titolo ambizioso: “Come salvare il mondo naturale da cui dipendiamo”. A organizzare il tutto è la Pontificia accademia delle Scienze, guidata dal vescovo argentino Marcelo Sánchez Sorondo. Tra gli invitati spiccano Paul Ehrlich e John Bongaarts, chiamati a intervenire sul tema della sovrappopolazione, che pure non avrebbe molto a che fare con la questione cardine del convegno.

 

L’ambientalista, biologo ed entomologo Ehrlich è passato alle cronache per aver pubblicato, nel 1968, The Population Bomb, testo sacro per i cultori dell’ecocatastrofismo moderno in cui si legge che l’essere umano è un pericolo per il pianeta e la natura universalmente intesa. Bongaarts è il vicepresidente del Population Council, lobby parascientifica che sostiene da sessant’anni la necessità di contenere le nascite per porre un argine all’aumento della popolazione terrestre. Teorie che poco hanno a che vedere con i princìpi cristiani, ma che agli organizzatori del workshop sembrano interessare. E pazienza se le tesi di Ehrlich siano state sconfessate dalla storia – negli anni ruggenti, il professore di Stanford teorizzava il ricorso ai programmi di sterilizzazione e aborto forzati – a cominciare da quella che profetizzava milioni di morti ogni anno negli Stati Uniti per fame.

 

“È difficile trovare una ratio in questi inviti”, dice al Foglio Michael Pakaluk, docente di Etica alla Catholic University of America, autore di un articolo sul magazine First Things in cui smonta paragrafo per paragrafo le teorie economiche di Ehrlich e Partha Dasgupta, economista a Cambridge e altro illustre ospite al seminario vaticano. “Si guardi il curriculum vitae di Bongaarts, per esempio: non ha mai scritto niente riguardo all’estinzione delle specie. Non c’entrano nulla con questa conferenza. E poi il lavoro scientifico di Ehrlich e Dasgupta è molto debole. Forse – aggiunge – questi inviti sono il frutto di un’idea sbagliata riguardo all’autonomia della scienza. Le persone che affermano la loro autonomia non si domandano se le loro azioni sono giustificabili. Semplicemente fanno ciò che vogliono”.

 

Pakaluk parla di grave scandalo: “La Pontificia accademia, concedendo spazio a questi uomini, porta gli altri a credere che non c’è nulla di sbagliato in ciò che queste persone promuovono”. Ehrlich, poi, “non solo è un allarmista squilibrato le cui tesi sono state sconfessate anche dal New York Times, ma è uno che ha ripetutamente e violentemente attaccato la chiesa, paragonando il Papa a un terrorista”. Le sue tesi, scriveva qualche settimana fa sempre il prof. Pakaluk, sono il contrario dell’insegnamento della chiesa. Due anni fa, ricorda il docente della Catholic University of America, Ehrlich scriveva che “quando tu metti al bando l’aborto, tu uccidi una donna. Gli immorali vescovi cattolici dovrebbero tenerne conto, visto che il loro gregge ha clamorosamente rifiutato le loro patriarcali e sessiste idee medievali nonché le loro ridicole opinioni sulla sessualità umana”.

 

Con queste premesse, “non è che ci possa essere tanto dialogo”, commenta il nostro interlocutore, rispondendo alla domanda se a un seminario del genere non sia giusto dar voce anche ai non allineati. “Guardando il programma del seminario, quali sarebbero i loro critici? Ehrlich e Bongaarts hanno milioni di di dollari di finanziamenti e spazi illimitati per promuovere la loro agenda. Ma i poveri cattolici nell’Africa subsahariana che resistono loro non hanno alcuna voce”. Il riferimento, qui, è a Bongaarts, teorizzatore della distribuzione di preservativi nei paesi africani per far fronte al sovrappopolamento di quelle aree e dunque cultore di quel “colonialismo ideologico” contro cui si scaglia assai spesso il Papa.

 

Anche nell’enciclica Laudato Si’. “Prima di iniziare il mio studio dell’articolo a quattro mani firmato nel 2013 da Dasgupta ed Ehrlich – ha scritto Pakaluk su First Things – ero tentato di descrivere le pontificie accademie come ‘sale che ha perso il suo sapore’ – il riferimento evangelico è chiaro, ndr –, visto che ci sono dozzine di conferenze sull’ambiente a Harvard e Stanford. Ma ora, dopo aver sudiato il lavoro più rilevante di Ehrlich, preferisco dire che le pontificie accademie hanno barattato la loro ragion d’essere per un piatto di lenticchie”. 

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.