Luigi Di Maio (foto LaPresse)

La Cei cambia idea sul M5s: "Le parole di Di Maio sulle ong ipocrite e vergognose"

Matteo Matzuzzi

A una settimana dall'endorsement di Avvenire, il direttore di Migrantes si scaglia contro il deputato grillino: "Voltare faccia dall'altra parte è un'operazione da condannare"

Roma. L'intesa pare essere già finita. A meno di una settimana dall'endorsement di Avvenire al Movimento 5 stelle, con il direttore Marco Tarquinio che usava parole di lode per l'uscita di Luigi Di Maio in merito alle chiusure domenicali dei negozi ("E' una dimostrazione di sensibilità. Ha capito che il problema non aveva cittadinanza nel dibattito politico ma nella vita delle persone"), la Cei definisce "vergognose" le parole dello stesso di Maio in merito alle ong che si occuperebbero dei migranti.

 

"Fermo restando che queste accuse debbano trovare dei riscontri che fino a ora non ci sono stati, credo che queste accuse abbiano dietro una visione ipocrita e vergognosa di chi non vuole salvare in mare persone in fuga e di chi non vuole fare canali umanitari attraverso i quali le persone potrebbero arrivare in sicurezza, combattendo così ciò che va combattuto realmente: il traffico di esseri umani che finanzia il terrorismo". A dirlo, in un'intervista a Tg2000, il telegiornale di Tv2000 (la rete della Conferenza episcopale italiana), è stato mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes della Cei, da pochi mesi nominato arcivescovo di Ferrara.

 

"Voltare faccia dall'altra parte o puntare il dito contro le organizzazioni internazionali che stanno dando una grossa mano nel salvataggio in mare nel Mediterraneo – prosegue Perego – credo che sia un'operazione da condannare. E' necessario, invece, portare la coscienza europea a rafforzare i canali umanitari".

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.