Alcuni pellegrini arrivati a Fatima. LaPresse/Sipa Usa

"Il messaggio di Fatima è complesso, ma non è un film sul futuro"

Matteo Matzuzzi

Sabato il Papa canonizzerà Francesco e Giacinta Marto, due dei tre pastorelli che videro le apparizioni della Vergine. Intervista al mariologo Antonino Grasso, tra il mistero del Terzo segreto e l'estrema attualità di quei messaggi per l'uomo d'oggi

Roma. Sabato mattina alle 10, il Papa a Fatima proclamerà santi Francesco e Giacinta Marto, i due pastorelli che assieme a Lucia Dos Santos videro apparire alla Cova da Iria la Vergine Maria, il 13 maggio di cent’anni fa. Eppure, nella devozione popolare la percezione è diversa rispetto ad altri casi simili, a cominciare da Lourdes. E’ come se decenni di ricerca frenetica di segreti ancora nascosti abbiano messo da parte il senso profondo di quanto avvenne in quella cittadina del Portogallo centrale.

 

Le differenze con Lourdes

"Chi cercasse nei veggenti delle apparizioni mariane di Lourdes e Fatima doti o segni speciali che lasciassero intravedere essere essi predestinati a grandi cose, rimarrebbe deluso", dice al Foglio il professor Antonino Grasso, docente di Mariologia all’Istituto superiore di Scienze religiose “San Luca” di Catania. "La veggente di Lourdes è Bernarde-Marie, chiamata Bernadette, che sarà sempre cagionevole di salute, fin dai primi mesi di vita soggetta a raffreddori, bronchiti e dolori allo stomaco. Nel 1855 rischia anche di morire, perché colpita dal colera che in quegli anni stava decimando la Francia. Si salva per miracolo, ma contrae una forma d'a­sma che la tormenterà per tutta la vita con gravissime e periodiche crisi.  Al tempo di Bernadette, la Grotta era un luogo sporco, oscuro, umido e freddo. Veniva chiamata 'grotta dei maiali', perché era il luogo dove si conducevano i maiali. E' in questo luogo che Maria, tutto biancore, tutta purezza, segno dell'amore di Dio, cioè segno di ciò che Dio vuole fare in ciascuno di noi, ha voluto apparire. C'è un contrasto immenso tra questa Grotta oscura, umida e la presenza di Maria Vergine, l'Immacolata Concezione".

   

     

Massabielle e la Cova da Iria

"Questo  – aggiunge il prof. Grasso – ci ricorda il Vangelo: l’incontro tra la ricchezza di Dio e la povertà dell'uomo. Il Cristo è venuto a cercare ciò che era perduto. A Lourdes il fatto che Maria sia apparsa in una Grotta sporca ed oscura, in questo luogo che si chiama Massabielle, la vecchia roccia, ci dice che Dio viene a raggiungerci ovunque siamo, nel pieno delle nostre miserie, di tutte le nostre cause perse. La Grotta non è soltanto il luogo dell'evento, un luogo geografico, è anche un luogo dove Dio ci dà un segno per svelarci il suo cuore ed il nostro cuore. E' un posto dove Dio ci lascia un messaggio che non è altro che quello del Vangelo. Dio viene a dirci che ci ama - ecco tutto il contenuto del 'Messaggio di Lourdes' -, che ci ama così come siamo, con tutti i nostri successi, ma anche con tutte le nostre ferite, le nostre fragilità, i nostri limiti".

A Fatima, invece "erano tre bimbi nel senso vero della parola, e basta. Tutti e tre sagomati secondo il tipo del fanciullo montanaro, piuttosto timidi come tutti i ragazzi che non hanno contatti con gente estranea, col viso su cui si scorge facilmente l’azione del sole e del vento. Naturalmente nessuno dei tre sapeva leggere e scrivere. Lucia Dos Santos è la principale protagonista delle Apparizioni. Era una bambina intelligente, posata, accorta, tanto vero che le vicine dovendosi allontanare da casa per i loro interessi, solevano affidarle i loro bambini e a dieci anni aveva già fatto la prima Comunione, essendo stata riscontrata dal Prevosto di Fatima convenientemente istruita e preparata".

Francesco Marto, era un bambino dolce, molto umile, paziente, una persona di poche parole, ricercatore di pace ed equilibrio, con una innata avversione nel non voler sentire storie, ma neanche rumori e confusione. Giacinta Marto, sorella di Francesco, era una bambina solo per la sua età anagrafica. Buona anche lei, e limpida, e obbediente, e avida di apprendere dalla bocca materna i fatti e gli insegnamenti della Fede, forse perché era il coccolino di casa dove tutti, alla sera, se la contendevano per colmarla di tenerezza e di baci", dice il nostro interlocutore.

     

Da una visione puramente spirituale a una prospettiva storico-politica 

C'è una differenza, però, tra le apparizioni a Lourdes e quelle avvenute a Fatima nel 1917, spiega il professor Grasso. "Con le apparizioni a Fatima, subentra una specifica sottolineatura di aspetti diversi dalle apparizioni di Lourdes e precisamente: dalle consegne di pratiche di pietà, preghiera e conversione, la Madonna di Fatima passa ad un’autentica spiritualità, condensata nella devozione o consacrazione al suo Cuore immacolato; da una visione puramente spirituale, la Madonna di Fatima passa ad una prospettiva anche storica e politica, che parla di guerre e di pace e punta sul fenomeno più lungo e terribile del secolo XX: la Russia comunista; dalla preoccupazione per il presente della Chiesa e del mondo, la Madonna di Fatima passa alla sollecitudine per il futuro e consegna ai pastorelli il famoso 'segreto' nelle sue tre parti; dalle 18 apparizioni di Lourdes, la Madonna di Fatima, oltre le sei alla Cova da Iria, prolunga per quasi un secolo il suo dialogo con l’umanità attraverso Lucia, la veggente sopravvissuta,  favorita di altre apparizioni a Pontevedra e a Tuy che spiegano e completano il messaggio dato ai tre pastorelli; da un influsso ristretto si passa ad un influsso universale sulla pietà dei fedeli e perfino dei vescovi e dei Pontefici, e in particolare di Giovanni Paolo II che attribuisce alla Madonna di Fatima lo scampato pericolo di morte nell’attentato del 13 maggio 1981".

    

Il mistero del "Terzo segreto"

Nell'immaginario popolare, però, permane una certa differenza d'approccio riguardo i due fenomeni. E' come se il "mistero" di Fatima sul celebre segreto abbia messo in disparte il senso più profondo di quanto avvenuto. "La prima e fondamentale constatazione da fare è questa", nota il mariologo dell'Istituto "San Luca": "Lourdes non è una clinica o un laboratorio, ma prima di tutto ed essenzialmente è un luogo di preghiera, di ricerca di Dio e della propria identità umana e cristiana. Il pellegrinaggio a Lourdes contribuisce a prendere coscienza della prospettiva escatologica in cui si muove il cristiano: tra l’oscurità della fede e la sete di Dio; tra la limitatezza del tempo e l’aspirazione ad una vita senza fine; tra la fatica del cammino e l’attesa del riposo; tra il pianto e il dolore dell’esilio e la brama della gioia e della felicità; tra la frenetica attività dell’esistenza e l’anelito profondo della serena contemplazione. Questo è il motivo per cui si fa il pellegrinaggio, si fa penitenza, si fa volontariato a Lourdes. Anche i malati che vi accorrono, vengono per implorare in primo luogo la bontà divina in questo luogo di fede e di carità". 

In questo contesto Lourdes ci appare essenzialmente un luogo dove si manifesta in maniera misteriosa e attiva la generosità e la bontà di Dio e il suo potere salvifico,  un luogo che acquisisce significato non solo per la eventuale guarigione del corpo, ma nella possibilità di armonizzare la condizione personale e comunitaria dell’individuo, non coinvolgendo solo il mondo della malattia manifesta, ma forse proprio nella possibilità di modificare il personale atteggiamento nei confronti del prossimo. Il significato di Lourdes – aggiunge – è perciò soprattutto un significato spirituale: il segreto misterioso di Lourdes è Dio con la sua grazia, Dio che chiama e che accoglie, Dio che agisce in mezzo al suo popolo, Dio che, attraverso Maria, viaggia ancora accanto al suo popolo pellegrinante: Lourdes non esiste che per Dio, non ha senso senza di Dio. Solo in questa prospettiva si possono comprendere le guarigioni di Lourdes, cioè solo nel loro ruolo di “segno” significativo di conferma di questa presenza operante del Dio Salvatore e del messaggio di preghiera, penitenza, conversione e fede che le apparizioni hanno trasmesso".

Per quanto riguarda Fatima, "la prima cosa da fare è conoscere bene la storia delle apparizioni, le parole quindi lasciate dalla Madonna, e la vita dei tre pastorelli che dopo le apparizioni hanno incarnato quel messaggio nella propria vita. Fatima forse richiede un maggior sforzo di adattamento per cogliere, al di là del 'rivestimento' storico-culturale, il messaggio universale che la Madonna ha voluto offrire al mondo attraverso quei tre semplici bambini. Due prevalentemente sono, e insistenti ad ogni apparizione: pregate col S. Rosario, e riparate i peccati del mondo perché 'fanno soffrire' il cuore di Gesù e di Maria. II tema della 'riparazione' è quindi il messaggio specifico. Il senso immediato lo si indovina dalle parole della Madonna: 'Volete offrire a Dio tutte le sofferenze che Egli desidera mandarvi in riparazione dei peccati dai quali Egli è offeso, e per domandare la conversione dei peccatori?'. E dal commento che ne fa suor Lucia nelle sue Memorie: 'Queste parole ci fecero una profonda impressione, come una luce che ci fa conoscere chi è Dio, come Egli ci ama e desidera essere amato, che ci rivela pure il valore del sacrificio, quanto gli sia gradito e come, in base adesso, Egli concede la grazia della conversione dei peccatori'".

        

   

Il significato delle apparizioni

"Riparazione – spiega Grasso – allora è, prima di tutto, capire l’amore di Dio, stimare i suoi gesti di salvezza come decisivi e corrispondervi con anche un rapporto affettivo che si esprime in atti di lode e di ringraziamento; secondo, significa che siamo chiamati ad unire la nostra sofferenza a quella di Cristo in espiazione dei peccati del mondo. Sono temi che i piccoli pastorelli hanno capito subito e tradotto a loro modo con gesti di amore concreto al cuore di Gesù e di Maria. Forse bisogna entrare nella semplicità di queste anime per cogliere il cuore del messaggio di Fatima e poi saperlo ritradurre nella propria vita. Non bisogna aspettarsi altro da Fatima. Forse per chi va la prima volta, e viene dalla esperienza di Lourdes, può trovare all'inizio qualche difficoltà. Il messaggio di Fatima, staccato dal suo reale contesto e ridotto alla spasmodica ricerca dei significati del suo 'segreto', non ha ancora avuto ancora uno studio elaborato ed una vera sua traduzione pastorale. Si può, però cogliere, senza difficoltà, tutta la genuinità della fede e la forza di un richiamo da parte della Madonna a concepire seriamente la vita come una chiamata ad un destino soprannaturale, e quindi la gravità del peccato e la situazione pericolosa dei peccatori per i quali sentiamo solidarietà e preghiera nello spirito della 'riparazione'".

     

Tutto è stato rivelato

Sul mistero del segreto, sull'eventualità che vi sia ancora qualcosa di non detto, il professor Antonino Grasso è netto: "Il Terzo Segreto di Fatima fu pubblicato nel mese di giugno del 2000, con l’autorizzazione di Giovanni Paolo II resa nota il 13 maggio, durante il viaggio da lui compiuto nel Santuario portoghese, dove avvennero le apparizioni mariane del 1917. Il Documento dal titolo Il Messaggio di Fatima fu teologicamente commentato dal Card. Joseph Ratzinger (poi Benedetto XVI), allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Al cuore dell'interpretazione di Ratzinger del 'segreto' c'è una meditazione cristiana sulla storia. Ratzinger escluse drasticamente che la visione dei bambini a Fatima fosse 'un film anticipato del futuro', e di un futuro prefissato per sempre, impossibile da cambiare. Al contrario, il messaggio che scaturisce dalla visione è un invito alla libertà degli uomini, perché cambi le cose in bene. Giovanni Paolo II – aggiunse – aveva ragione a ritenersi salvato dalla 'mano materna' che deviò il proiettile mortale diretto contro di lui il 13 maggio 1981. Perché 'non esiste un destino immutabile' e 'fede e preghiera sono potenze che possono influire nella storia'. Ne consegue che, invece di essere rivelazioni apocalittiche sul futuro, la visioni di Fatima sulle persecuzioni dei cristiani, sono un messaggio di speranza. Il sangue dei martiri è seme di purificazione e di rinnovamento. E soprattutto, 'da quando Dio stesso ha un cuore umano e ha così rivolto la libertà dell'uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha più l'ultima parola'". 

Insomma, dice il mariologo, "tutto il terzo segreto di Fatima è stato rivelato. Non esistono parti ancora non pubblicate. Questa è la smentita ufficiale che lo stesso papa emerito Benedetto XVI ha voluto ufficialmente far pubblicare dalla Sala Stampa Vaticana nel maggio del 2016, in seguito alle insinuazioni di pubblicazioni e articoli apparsi un po’ dovunque su giornali e siti internet che gli attribuivano affermazioni su esistenza di parti del segreto non rivelate. La nota vaticana, che fa calare una pietra tombale sulle fantasiose illazioni che ciclicamente vengono rilanciate su questo tema, anche da parte di noti scrittori italiani, afferma: 'Alcuni articoli apparsi recentemente hanno riportato dichiarazioni secondo cui il cardinale Ratzinger, dopo la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima avrebbe confidato che tale pubblicazione non è stata completa'. Le esternazioni su questo tema 'sono pure invenzioni, assolutamente non vere' perché 'la pubblicazione del Terzo Segreto di Fatima è completa'".

Dopotutto, "già diversi anni fa, in un colloquio avvenuto il 17 novembre 2001, con il card. Tarcisio Bertone, passando proprio al problema della terza parte del segreto, colei che l’aveva scritto e cioè suor Lucia Dos Santos, la veggente di Fatima, a coloro a cui si affaccia il dubbio che sia stato nascosto qualcosa risponde: 'Tutto è stato pubblicato; non c’è più nulla di segreto'; e a chi parla e scrive di nuove rivelazioni dice 'Non c’è niente di vero. Se avessi avuto nuove rivelazioni non le avrei dette a nessuno, ma le direi direttamente al Santo Padre!'".

    

L'attualità dei messaggi

Ma quanto sono attuali, oggi, i messaggi che la Vergine diede ai tre pastorelli cent'anni fa? Risponde Grasso: "Di solito quando si parla di apparizioni mariane si sottovaluta il fatto che questi autentici doni celesti di presenza, di mediazione e di sollecitudine materna della Vergine Maria, non sono soltanto significative per il tempo in cui avvengono, ma hanno una permanente valenza spirituale, ecclesiale ed escatologica ed anche antropologico-sociale, in quanto se accolte con intelligenza e con sapienza inducono soprattutto i credenti a diventare 'lievito nella massa' per trasformare secondo il cuore di Cristo l’umanità dei nostri giorni assai secolarizzata, sovente lontana o indifferente a Dio, di cui, comunque, avverte, seppur con stridenti contraddizioni, l’estremo bisogno. Le apparizioni e i messaggi della Vergine, infatti, se sapientemente accolti, sanno suscitare una positiva e feconda nostalgia di Dio nella persistente crisi dell’uomo contemporaneo. Esse, molto spesso, sono all’origine di cospicui ritorni a Dio e ai suoi valori evangelici, come testimonia, ad esempio, la vitalità spirituale non soltanto Fatima ma anche di Guadalupe, Lourdes, Kibeho, etc. Per questo possiamo affermare che la ragione ultima delle apparizioni e dei messaggi della Vergine, è quella di rassicurare gli uomini e le donne della provvidente prossimità di Dio alla nostra faticosa esistenza". 

Riassumendo, "il messaggio rilasciato dalla Vergine ai Pastorelli di Fatima, è un messaggio di misericordia, di speranza, di conforto per la Chiesa e il mondo. Rimane, infatti, un messaggio per l’oggi, nella storia che stiamo vivendo, sia a livello mondiale – dove ci sono fuochi di guerre, di conflitti fra i popoli – sia anche per la Chiesa che vive la persecuzione, ma anche per l’Occidente dove non c’è questa persecuzione ma c’è l’atteggiamento dell’indifferenza verso Dio. Il mondo oggi, infatti, vive attraverso la cultura dominante e si è dimenticato di Dio e questa dimenticanza contagia anche i cristiani che li porta spesso a vivere come se Dio non ci fosse".

     

   

Parole per l'uomo che ha scelto di vivere "come se Dio non ci fosse"

Per questo – osserva il mariologo dell'Istituto "San Luca" – Benedetto XVI, fa affermato che 'Sbagliano quelli che pensano che il messaggio di Fatima sia già esaurito, è ancora una vera profezia per il cammino del pellegrinaggio della Chiesa nel mondo'. Inserendosi col suo dinamismo materno nella nostra storia, la Madonna a Fatima invita tutti noi 'figli del nulla' a liberarci dal frammentarismo della storia, perché il Signore l’ha unificata in un unico cammino salvifico e proiettata verso il suo glorioso compimento; a non affidarsi a futuri brevi, perché fanno perdere il senso del futuro ultimo; a resistere alla tentazione del neo – paganesimo perché incatenando l’uomo al suo smarrimento pratico – esistenziale, gli fa perdere la dimensione escatologica". 

In fin dei conti, "a Fatima, come in tutte le sue apparizioni, Maria chiama gli uomini a guardare in alto, là dove è Dio creatore e fine ultimo; dove è Cristo, salvezza dell’uomo; dove è lei stessa, piena di gloria, onore e potenza. La Vergine che appare sul piccolo elce della Cova da Iria, come in tutti gli altri luoghi in cui realmente si manifesta, vuole scongiurare la distruzione della società, del mondo, per cui promuove: l’affidamento al suo Cuore mite e mansueto come quello di Cristo, la conversione al vangelo della pace, la liberazione dall’odio e dalla violenza, la maturazione spirituale, la vera cultura della pace, la riconciliazione personale e collettiva, l’armonia cosmica. Ci vuole, insomma aiutare, ad instaurare quella autentica civiltà, che Paolo VI chiamò la Civiltà dell’amore.  Maria a Fatima, si presenta, così, come l’icona dell’inabitazione dell’amore inestinguibile e sublimante di Dio e la Madre attiva della pacificazione universale".

         

       

Foto LaPresse/Sipa Usa 

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.