L'attentato in Egitto "è un accanimento contro la Chiesa e contro i cristiani"
Dure parole del nunzio vaticano, mons. Musarò, dopo la strage di copti avvenuta ieri a Minya. Il Papa parla di "vile oltraggio". "Uccisi perché hanno rifiutato di convertirsi all'islam", dice padre Gabriel, della parrocchia copta romana di San Mina
Roma. In un telegramma firmato dal cardinale Pietro Parolin, segretario di stato, il Papa si è detto “profondamente colpito dal barbaro attacco” contro un pullman di pellegrini copti diretti al monastero di San Samuele, avvenuto ieri in Egitto. Francesco – che nel paese nordafricano si era recato in visita il mese scorso, lo definisce un “atto di odio insensato” e manifesta la sua solidarietà a quanti sono stati colpiti da questo “violento oltraggio”, in particolare ai “bambini che hanno perso la vita”. Poco prima, il nunzio al Cairo, mons. Bruno Musarò, aveva parlato di “vile attentato da condannare con forza. Questo è un accanimento contro i cristiani, contro la Chiesa e contro tutti gli egiziani. Preghiamo per le vittime e i feriti e ci stringiamo intorno alle loro famiglie”.
Un attentato che, ha detto all’agenzia Sir padre Hani Bakhoum Kiroulos, segretario del Patriarcato copto cattolico d’Egitto, “arriva come spesso accaduto in passato, in corrispondenza delle feste. In questo tempo i cristiani festeggiano l’Ascensione e si preparano a vivere la Pentecoste, mentre i musulmani domani (oggi, ndr) cominciano il mese di Ramadan. Ancora sangue versato che ci provoca tristezza e tanta preoccupazione per il nostro paese. Ora tornerà la paura e con essa di nuovo le chiese blindate”. Anche il Grande imam di al Azhar, Ahmed al Tayyeb, ha condannato l’attentato, definendolo “inaccettabile”. “Ogni musulmano e ogni cristiano lo condanna”, ha detto parlando a Nile Tv, aggiungendo che “tale atto mira a danneggiare la stabilità del paese”.
“Hanno scelto una giornata particolare per l’attentato: domani (oggi, ndr) inizia il Ramadan. Pistole puntate a testa e collo per morte veloce”, ha detto padre Antonio Gabriel, parroco della chiesa copto San Mina e Papa Kirollos di Roma, in un’intervista al Tg2000: “Sull’autobus c’erano anche tanti bambini. Hanno rubato soldi e oro. Hanno anche chiesto loro di rinunciare a Cristo e di diventare musulmani. Se avessero accettato, li avrebbero salvati. Ma i pellegrini hanno rifiutato e così sono stati uccisi”.
“Ogni giorno, la chiesa egiziana offre martiri. E' conosciuta come una chiesa nazionale (e non lo è) ma mai smetterà di sacrificare la sua gente, martiri sia della chiesa che della loro patria", ha detto Aghason Talaat, arcivescovo copto di Maghagha, dove è avvenuto l’attacco.